Un vino che con lasagne e cannelloni sta divinamente? E’ il Diana Nemorensis di Ômina Romana … e il suo nome non potrebbe essere più azzeccato. Con una grande bevibilità, il sorso fresco e la persistenza densa di ricordi aromatici questo rosso del Lazio è un vero tuffo nella piacevolezza e nella natura. Avevo già gustato il loro bianco, l’Hermes Diactoros, e mi aveva conquistata con abbinamenti diversi.
Un fatto è subito lampante quando si stappano e sorseggiano i vini firmati Ômina Romana: la loro personalità distintiva. Sono vini che nascono particolari, mettendo in luce il legame di uve internazionali con il territorio di una delle zone più magiche del Lazio, quella dei Colli Albani, con Nemi e il suo lago.
La Cantina Omina Romana
Ômina, vale a dire presagi, del buon bere s’intende! Un termine che non è stato scelto a caso, voluto per omaggiare la lunga tradizione vinicola dei Colli Albani. In questa zona dell’antico Latium, tra il Lago di Nemi e Velletri, i terreni vulcanici permettono alle uve di radicarsi profondamente nel suolo, ottenendo la giusta quantità di nutrimento, durante il loro arco evolutivo. Proprio per la storia e le promesse dei luoghi, la famiglia Börner ha dato vita a questa avventura vinicola, da cui nascono uve speciali, frutto delle particolari condizioni ambientali della zona, racchiusa tra il mare, i colli dei Castelli e i Monti Lepini.
Proprio con l’intento di dare nuova linfa vitale a un areale vinicolo spesso dimenticato, nonostante la sua vocazione millenaria, l’azienda ha scelto la fenice come simbolo, a indicare una produzione che nasce a nuova vita. Per questo, con un pizzico di sorpresa, sono state piantate uve non autoctone, come Merlot, Cabernet Sauvignon e Franc, Sauvignon Blanc e Viognier che, nonostante la loro apparente estraneità, hanno saputo stabilire un grande contatto con questa terra. Una scelta attuata dopo una lunga valutazione di tutte le caratteristiche ambientali, in modo da creare un perfetto connubio tra vitigno e territorio. Quella di Ômina Romana è una produzione accurata, sotto ogni aspetto, che ricerca uve sane, riccamente espressive, da cui ottenere vini altrettanto speciali.
Tra questi spicca proprio il loro Diana Nemorensis.
Diana Nemorensis – Colore, Profumi, Gusto
La dea romana Diana, equiparata all’Artemide greca, rappresenta il lato più selvaggio del femminile, avvicinando l’essere umano alla natura intesa come forza prorompente e generatrice. L’appellativo Nemorensis indica proprio i boschi come luogo sacro della dea. Non per nulla uno dei più famosi santuari laziali si trova immerso tra la fitta vegetazione sulle rive del lago di Nemi. Se il nome è già dotato di fascino, l’appeal del vino non è certo da meno.
Il Diana Nemorensis è un taglio bordolese così composto: 50% Merlot, 30% Cabernet Sauvignon, 20% Cavernet Franc. Perché nell’etichetta compare il numero romano I ? Questo Diana Nemorensis rappresenta il primo rosso di una specifica linea di vini, in omaggio alla divinità.
Mi viene subito un aggettivo per descriverlo: vivido. Già nel colore puoi ammirare una tonalità di rosso rubino, con sfumature porpora, luminosa anche in una giornata uggiosa. I profumi sono netti, taglienti, apprezzi subito il loro spirito succoso e fruttato, con sensazioni di ciliegie e mirtilli, accompagnato da tratti erbacei che ti fanno pensare alla vegetazione mediterranea. Come bonus finale, ecco un timido accenno di spezie a solleticare il naso, con note di pepe e ginepro, frutto di una vinificazione svolta tra acciaio e barrique. Il sorso è ammaliante, subito goloso con una piacevole freschezza. Tannini ne abbiamo ma equilibrati da una struttura setosa che mette in campo una persistenza armoniosa in cui tutte le note aromatiche si compenetrano, lasciando il palato leggero e saporito.
Che è buono si capisce subito.
Diana Nemorensis – i migliori Abbinamenti
Per il Diana Nemorensis di Ômina Romana sono tanti i migliori abbinamenti. Uno di quei rossi capace di accompagnare una tavola di amici per lungo tempo, allietando la conversazione, almeno finchè ce l’hai nel bicchiere. Con il suo approccio equilibrato e profumato, dalle sfumature boschive e speziate, incontra alla perfezione la succulenza di un piatto di lasagne. Grazie al suo tocco sapido e fresco, alleggerisce la pietanza e la carica con ancor più sapore. Con i cannelloni o una pasta con ragù alla bolognese, il gioco riesce ugualmente bene. Infine, per chi vuole continuare a gustare il Diana, questo rosso è perfetto per valorizzare le carni rosse arricchite da un tocco tartufato. Con un roastbeef con patate e fondo aromatizzato al tartufo nero o con degli straccetti con lamelle del prezioso fungo ipogeo di Norcia, il bis è assicurato, della pietanza e del vino. E’ stato davvero un segno averlo per il pranzo di Natale! Ma il Diana Nemorensis di Ômina Romana è da tenere presente per tante occasioni.
Se anche tu l’hai provato, raccontaci con cosa l’hai apprezzato.
Cheers!
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