Per la fascinosa rubrica “gustosi vini sotto i 10 euro”, ecco che vi racconto le sfiziose doti di un gran Vino per il Ragù di Lepre.
Il protagonista di questo saporito e semplice abbinamento è un Nero d’Avola che incarna pienamente la definizione di vino fresco e
speziato … un compagno più che ideale per i profumi e il gusto grintoso di
un ragù di lepre in rosso.
Che dite? Vi va di provarlo? Provo
a descriverlo un po’ …
Il Súli di Barone Sergio: Colore, Profumi e Gusto
Súli, rubino è il tuo secondo nome,
in una tonalità netta e brillante.
Un bel colore nitido e una
profumosità di carattere per questo Nero d’Avola, prodotto nella zona
Sud-Orientale della Sicilia, che racconta
gli aromi dei frutti di bosco freschi, del timo e dell’erba tagliata, del pepe
nero, delle bacche di ginepro e della liquirizia.
Un rosso dotato di una vivace e rinfrescante acidità che
accompagna ogni sorso con rimandi fruttati e delicatamente vinosi, con ricordi
di succo di lamponi. Un assaggio che si
arricchisce di deliziose note saporifere, speziate e leggermente piccanti,
che rendono il gusto di questo vino più vigoroso e meno dolcemente fruttato. Un’ottima scelta per chi non ama, nei
rossi, l’insistenza di nuance troppo morbide.
Il Suli 2015 di Barone Sergio
Il Súli di Barone Sergio: un ottimo Vino per il Ragù di Lepre
Il Súli è proprio un Nero d’Avola
adatto alle gustose tavole di ogni giorno, dove a regnare sono i primi piatti conditi con salse a base di
carne e di pomodoro.
Grazie alle sue note tipicamente mediterranee, quasi di macchia, è un rosso che riesce perfettamente a
sposare il gusto delicatamente selvatico della carne di lepre,
irrobustendolo con note leggere di frutti di bosco e, soprattutto, con
sensazioni speziate, dalle squisite sfumature piccanti.
Un abbinamento in cui regna una golosa e lunghissima persistenza,
carica di note pepose … per gli amanti dei gusti intensamente saporiti.
Un wine – food pairing che
rappresenta un ottimo modo per mettere in evidenza la delicata mineralità di
questo Nero d’Avola e per sfruttarne pienamente quella viva freschezza, ideale
per rendere più vivaci le morbide sensazioni gustative della pasta all’uovo,
condita con il ragù.
A Novembre, una delle gioie
migliori consiste nella ricerca di un gran Vino
per il Tacchino Ripieno.
Piove, quasi sempre, il clima è
freddo e umido: una situazione ideale per rinfrancare corpo, mente e spirito
con la grazia di uno squisito rosso, armonioso ed equilibrato, in abbinamento
al gusto della carne di tacchino ripiena, farcita con la tipica aromaticità
delle stagionali e golose castagne.
Quest’anno, dopo attenta ricerca, lo scettro di ottimo Vino per il Tacchino Ripieno è andata a …
Alideo 2016 – La Biagiola
L’Alideo della Biagiola: Colore, Profumi e Gusto
Un vino sorprendentemente speciale, gustoso, avvincente, con una persistenza calda, intensa e praticamente infinita. Ecco il biglietto da visita dell’Alideo, un rosso della Maremma Toscana prodotto dall’azienda vitivinicola La Biagiola, magnificamente posta a pochi Km dal meraviglioso borgo di Sovana.
Un Sangiovese in purezza, dalla caratteristica tonalità rubina, luminosa e trasparente. Un rosso che delizia l’olfatto con le sue intense sensazioni fruttate, fresche e morbide, con rimandi alle ciliegie, ancora succose, e alla confettura di frutti di bosco. Un vino che rivela con chiarezza delle squisite e intriganti note speziate, con ricordi di cannella, cacao e liquirizia.
Ciò che più mi ha colpita, nell’aromaticità ampia e sinuosa di questo Sangiovese, è la potente sensazione balsamica, percepibile già solo nei suoi profumi, con penetranti e persistenti note rinfrescanti di rosmarino.
Un vino avvolgente al palato, dal gusto pieno, con un tannino leggermente asciugante. Quello dell’Alideo è un gusto che stupisce per freschezza e per un’innata mineralità, intensamente sapida, che accompagna a lungo, dopo la fine di ogni sorso, con rimandi speziati e balsamici.
Il bel colore rubino dell’Alideo 2016
L’Alideo della Biagiola: ancora un delizioso Vino per il Tacchino Ripieno
Confesso, il mio primo
esperimento di abbinamento con l’Alideo si è rivelato errato. Avendo sorseggiato
solo una volta questo vino, ne ho sottovalutato la golosa persistenza … un
errore a cui ho rimediato, grazie a una scorta di bottiglie e a nuove vincenti
idee.
Pensavo potesse essere ideale per
una tagliata al tartufo nero e, in effetti, la ricchezza dei profumi di questo
rosso può accompagnare bene il profilo aromatico di questo secondo. Tuttavia,
l’Alideo è un vino dal gusto potente, carico di una persistenza minerale,
tostata, speziata ed erbacea che, pur non nascondendo il tartufo, copre la
morbida struttura di una carne rossa, cotta brevemente e lasciata al sangue.
Molto più buono è l’abbinamento che lo vede protagonista accanto alla tipica succulenza di un Tacchino Ripieno. In questo caso, la ricca farcitura, con note di frutta secca e castagne, e la salsa ai frutti di bosco trovano degna corrispondenza nell’intensa profumosità di questo rosso della Maremma e un armonioso accompagnamento gustativo, in cui si crea una golosa e lunghissima persistenza, in cui ritornano, meravigliosamente, le note delle castagne, delle erbe e dei frutti rosso.
Pronti a scoprire un delizioso Vino per le Tagliatelle al Cioccolato con Ragù di Cinghiale? Presto fatto!
Protagonista di oggi è un Cabernet Franc in purezza, schietto e
genuino, estremamente rappresentativo delle sue più accattivanti note varietali.
Un rosso dal gusto pieno e dall’aromaticità
variegata, rinfrescante e intenso
al punto giusto.
Un vino con un rapporto qualità prezzo eccellente,
capace di risultare goloso in tante situazioni, anche per un semplice antipasto
di formaggi e salumi … e per ben altre succulente ricette!
Personalmente, l’ho trovato
davvero strepitoso nell’accompagnare il gusto seducente e ”difficile” di un bel
piatto di tagliatelle al cacao, condite con dello squisito ragù di cinghiale.
Seguitemi, per assaggiare un
abbinamento cibo vino, insolito e squisito!
Cabernet Franc 2017 – Mosole
Il Cabernet Franc 2017 di Mosole: Colore, Profumi e Gusto
Ecco il Cabernet Franc 2017 della Tenuta Mosole, azienda vitivinicola dell’entroterra veneziano che sa come offrire, al giusto prezzo, dei vini bianchi e rossi, generosi, grintosi e gustosi.
La loro, è un’interpretazione
ottima, tutta italiana, di un classico vitigno internazionale, che regala
sensazioni aromatiche nette e schiette, golose e piacevoli, che attirano e
invogliano.
Un Cabernet Franc che cattura, tra le sue spire rubine, con spiccati profumi vegetali e speziati, con percezioni di muschio, peperone ed erba tagliata, radice di liquirizia, cumino e noce moscata. I sentori fruttati sono più nascosti e rimangono seducentemente in sordina, regalando note morbide di lamponi e ribes nero.
Assaggiandolo, si rivela un vino dall’invitante acidità, quasi leggero al palato, nonostante la pienezza e il calore, ma, soprattutto, dotato di una golosa sapidità e di una persistenza rinfrescante, con note croccanti e fragranti, quasi di sesamo, e una delicata punta speziata, deliziosamente “liquiriziosa”.
Un rosso che si beve con grande
disinvoltura e coinvolgimento, specie se in compagnia dei giusti sfizi
mangerecci.
Tagliatelle al Cioccolato, golosissime da condire con un ragù di cinghiale
Il Cabernet Franc di Mosole: un ottimo Vino per le Tagliatelle al Cioccolato con Ragù di Cinghiale
Con questo suo particolare e ben
definito profilo organolettico, è un rosso che sta bene, di base, con le paste condite con dei sughi di carne e
cacciagione, anche in bianco, con dei formaggi
di media stagionatura, non troppo sapidi, magari accompagnati dalla dolcezza di una chutney con zucca e
zenzero o cipolle e peperoni, e ovviamente con un bel filetto di maiale o manzo, magari con un contorno di patate al
rosmarino o, meglio, di golosi e profumati funghi.
Sorprendentemente, è un vino che sposa molto bene
l’aromaticità tipica del cacao amaro e della cioccolata fondente …
ovviamente non ne riuscirebbe mai a reggere pienamente l’intensità gustativa,
dolce e amara al contempo.
Se volete osare e sperimentarlo
anche solo con dei pezzetti di cioccolato, scoprirete avventurosamente come
questo Cabernet riesca ad accompagnarne deliziosamente il profumo intenso e
penetrante. Tuttavia, la struttura piena e sapida di questo rosso verrà
completamente assorbita e diluita dalla potenza cioccolatosa e persistente di
questo insidioso ingrediente.
Un vino rosso che, pur non potendo sostenere il gusto della cioccolata,
ne riesce a esaltare la profumosità, all’interno di pietanze costruite ed
equilibrate. Ecco perché l’ho trovato sorprendentemente
delizioso in abbinamento a delle tagliatelle al cacao, con ragù di cinghiale.
Qui, la cioccolata perde la sua
potente struttura gustativa e la sua dirompente e caratteristica persistenza, venendo
usata per vivacizzare il gusto dolce della pasta all’uovo, con la sua
nettissima aromaticità, e per profumare e “ammorbidire” le sensazioni generose e tipicamente
selvatiche della carne di cinghiale.
Coinvolta in questo mondo, nella
preparazione di un primo piatto ricco e succulento, la cioccolata trova uno
squisito completamento in compagnia di questo ottimo Cabernet Franc che rende
tale pietanza davvero una gioia per tutti i sensi.
Un abbinamento davvero speciale e
gustoso, con cui stupirsi, senza svenarsi!
Potete trovare il Cabernet Franc di Mosole qui, a circa 7 Euro a bottiglia.
Altrimenti, se capitate a Roma, lo potete reperire qui.
Un vino sempre goloso per un food-pairing intensamente consolatorio e particolare!
Un vino che ho scelto al volo, promettente già solo leggendone il nome e la cantina di produzione: il Maestrale di Mantellassi, di cui ho già avuto la fortuna di assaporare lo squisito rosato.
Anche con questo succoso articolo, resto nella Maremma Toscana per farvi assaggiare un
rosso davvero gustoso, profumato,
piacevolmente fresco e dalla goduriosa persistenza.
Un vino che racchiude la potenza rinfrescante e fruttata delle uve di Ciliegiolo, vinificate
in purezza, che all’assaggio lascia in bocca una gustosità sopraffina.
Un vino che fa gran compagnia in tavola … scoprine il
carattere avvincente, continuando la lettura.
Maestrale 2018 – Fattoria Mantellassi
Il Maestrale della Fattoria Mantellassi – Colore, Profumi e Gusto
Un Ciliegiolo che sprigiona le sue croccanti e consuete note di ciliegie mature, corroborate dalla
fresca dolcezza dei lamponi e delle more appena colte. Un ventaglio aromatico
che si apre regalando allettanti note
vegetali e speziate, con percezioni di alloro, timo e rosmarino, e delicati sentori di bacche di ginepro e
radice di liquirizia.
Un vino rosso dal sapore
fresco, dotato di una sapidità vigorosa, delicatamente ferrosa, quasi
affumicata, con una struttura piacevolmente
tannica ma comunque setosa.
Un vino che regala una gustosa
e ben equilibrata persistenza, dominata senza eccessi dalle sensazioni
speziate ed erbacee, con richiami alle bacche di ginepro e al rosmarino, e ammorbidita
da una scia dolcemente fruttata.
Il Maestrale 2018 …. ottimo anche con un Trapizzino con bollito alla picchiapò
Il Maestrale della Fattoria Mantellassi – I possibili Abbinamenti
Con quella sua decisa freschezza e la saporita sapidità, è un vino che incanta soprattutto in abbinamento a piatti di carni bianche e rosse, dotate di particolare grassezza e tendenza dolce, o con dei primi piatti conditi con sughi di carne e cacciagione, in rosso.
Con il suo particolare
e sfizioso profilo olfattivo, ben bilanciato tra la freschezza e la
dolcezza dei frutti di bosco, la balsamicità delle erbe e le soffuse note
speziate, la semplice profumosità delle
carni guadagna tantissimo in persistenza aromatica.
Unvino rosso gradevole in qualsiasi momento, per il suo mite calore e la struttura rotonda, piena ma non corpulenta, perfetto anche per accompagnare una pasta all’uovo, condita al ragù, delle pappardelle al ragù di fagianoo di lepre, rese più accattivanti e meno “selvagge” dalla persistenza equilibrata di questo Ciliegiolo.
Un vino ottimo anche
in abbinamento a un classico bollito al pomodoro, come quello tipicamente
romano alla “picchiapò”, ugualmente squisito con la nota trippa alla fiorentina, con un arrosto
con noci e salsa ai frutti di bosco e con l’arcinota e gustosissima Amatriciana.
Un vino che può davvero accompagnare per tutta la durata di
un pasto … e che pasto!
I vini a sorpresa sono quelli più piacevoli e intriganti, quelli che ti fanno esclamare, al primo sorso: però! Buono! E’ proprio quello che è avvenuto con il Tìaso, un Sangiovese in purezza prodotto in Maremma e, precisamente, a Scansano, dall’idea di vino, tutto biologico, sposata da Fausto Diamanti e Olimpia Bussani che, da pochi anni, hanno dato vita alla loro associazione vitivinicola.
Per ora, poche etichette in
programma, ma che vini! Capaci di esprimere il vero carattere e il fascino
della Maremma Toscana.
Lasciatevi sorprendere, come me,
da questo rosso ricco di gusto, piacevole e super beverino.
Il Tìaso: Colore, Profumi e Gusto
Ecco, potete rimirare la vivida tonalità rubina del Tìaso, in tutta la sua pienezza, nella foto seguente.
Il colore del Tìaso 2016
Sangiovese, qui sinonimo di assoluta croccantezza delle ciliegie, una profumosità che domina da un bicchiere del Tìaso. A seguire, arrivano le sensazioni speziate dolci, con ricordi di liquirizia e pepe nero e, infine, le note, più delicate e fresche, dei petali di rosa secchi, del rosmarino e del timo che conferiscono un tocco di vivida balsamicità.
Un rosso fresco e morbido, dal tannino perfettamente integrato, caldo ma con una nota alcolica difficile da sentire. Un vino che affina in legno per ben 12 mesi ma che non sprigiona aggressive sensazioni tostate o boisé. Un Sangiovese dai profumi e dal gusto intenso ma pienamente equilibrato, per degli assaggi che si possono prolungare all’infinito.
Spesso, l’estrema bevibilità
viene associata a vini setosi e leggeri, semplici, che scivolano bene a ogni sorso.
Il Tìaso, invece, pur risultando
beverino e per nulla pesante, rimane pieno di saporosità e persistenza. Un
rosso che piace con il caldo e con il freddo e che suscita una squisita
sensazione, di mite calore, golosamente speziata e fruttata.
Un rosso con un nome profetico,
che già rivela tutto …
Tìaso 2016 – Dall’omonima Azienda Biovitivinicola
Il Tìaso: i Possibili Abbinamenti
Un vino così “dionisiaco” può essere davvero un degno e tradizionale compagno della più gustosa delle Bistecche alla Fiorentina o anche, semplicemente, di una grigliata di carne, con braciole di maiale e coscette di pollo. Ricette genuine che ben si rispecchiano nel gusto naturale del Tìaso e che vengono meravigliosamente arricchite dall’intrepida freschezza e dalle golose sfumature, aromatiche e gustative, di questo Sangiovese.
Un rosso che, comunque, sa bene come accompagnare tante altre pietanze a base di carni, bianche e rosse, magari più elaborate, attraverso lunghe cotture. Da provare in abbinamento a un ossobuco alla milanese, con delle gustose pappardelle al ragù di lepre, con degli agnolotti al sugo d’arrosto, con un pollo allo spiedo, marinato con le erbe, con un roast-beef di manzo con patate e con un gustosissimo timballo di tortellini al ragù.
Timballo con Tortellini al Ragù … ottimo con il Tìaso
Piatti, adatti ai dì di festa
così come a una cucina familiare e giornaliera, che vengono ampiamente
valorizzati dal gusto fresco, “ciliegioso”, piccante e succoso di questo
squisito Sangiovese.
Un vino delizioso, che potete
assaporare a soli 10 Euro.
Ultimo giorno oggi, alla Nuvola Convention Center, per la manifestazione Excellence, un ampio e goloso show room dedicato alle specialità enogastronomiche della nostra ricca penisola, da quelle più inedite e ricercate a quelle più celebri e raffinate.
L’Excellence VII Edizione al Nuvola Convention Center a Roma
Una rassegna dedicata a operatori
del settore e ad appassionati che ha visto l’attiva presenza di chef illustri, impegnati in affascinanti show cooking,
e di tante aziende, foriere di autentiche chicche deliziose, nel vasto panorama
del wine & food italiano.
Olio, Vini, Cibi … eccellenze racchiuse nell’avveniristica cornice della Nuvola.
La “Nuvola” di Fuksas
Ho detto vino … ma che vini! In
assaggio a questa VII Edizione dell’Excellence si possono trovare delle
autentiche perle del cosmo enoico della nostra penisola.
In particolare, questo Excellence 2019 ha visto
protagonista anche l’Azienda La Scolca, vera regina del Gavi, giunta a Roma per
celebrare questi suoi primi 100 anni di attività, con la vendemmia n. 100 appena
alle spalle.
Come ambasciatrice all’evento, Chiara Soldati ci ha deliziato, in una
specifica conferenza, con la storia della sua celebre Tenuta, in un percorso di
assoluta eccellenza, di cui possiamo assaggiare la tangibile bontà.
Vuoi scoprire perché i vini de La
Scolca sono così speciali, delle autentiche eccellenze?
Scoprilo, leggendo oltre!
Chiara Soldati di La Scolca intervistata a Excellence
La Scolca: 100 anni d’Eccellenza
100 anni di storia,
splendidamente raccontati con passione da Chiara, ad Excellence, per descrivere
con quale filosofia i loro ottimi Gavi prendono vita.
Spesso si tende a parlare di “eccellenze”
con superficialità, a volte considerando semplicemente i vini in base alla loro
fama e al loro prezzo.
Per quelli firmati da La Scolca
il discorso è ben diverso: si tratta di vini pensati fin dalla terra, elaborati
prima attraverso la conoscenza della naturalità dei grappoli e, solo
successivamente, trasformati in cantina, con scrupolosa attenzione.
Qualcuno una volta mi ha detto: “non
sono vini per tutti”. Personalmente, invece, ritengo che per la loro tipicità, la trama e le suggestioni che sanno offrire, abbiano
un costo più che giusto e siano destinati a piacere a chiunque ricerchi, nel
vino, un particolare sentimento.
Spesso, mi è capitato di assaggiare
vini noti, ben più costosi e molto più famosi, che non hanno saputo offrirmi le
stesse sensazioni.
Il Gavi di La Scolca è genuino, forte, appassionato … lascia il segno.
Chiara Soldati
La Scolca e l’Unicità del loro Gavi
100 anni di profondo attaccamento
a un territorio particolare, come quello di Gavi, dove l’azienda ha scommesso,
puntando alla celebrazione del più noto vitigno a bacca bianca autoctono di
quella zona dove, un secolo fa, si producevano dei Nebbioli piuttosto mediocri.
Una scommessa che si è trasformata
in successo e che ha spinto la Tenuta a investire, di anno in anno, sempre più,
nella conservazione di un terroir così prezioso.
Per questo, ben prima che l’agricoltura
ecosostenibile finisse sulla bocca di tutti, la Tenuta si è impegnata a curare l’ambiente circostante e a comprare
boschi, proprio per preservare quel rapporto inscindibile uomo – vite – natura che
permette di ottenere frutti eccezionali.
Una conduzione agronomica aziendale che vuole farsi custode del territorio, che cerca di trarre da un vitigno difficile, come il Cortese, tutti quei tratti organolettici peculiari, per cui è così amato, mantenendo sane le vigne, favorendo l’inerbimento naturale, abbandonando l’uso dei pesticidi chimici, cercando così di mantenere inalterata la simbiosi tra ambiente e vigna.
Chiara Soldati e la biosostenibilità di La Scolca
Non è un caso che l’azienda La Scolca, attraverso la conservazione
della propria identità culturale e territoriale, voglia proporre una tipologia di vini unica, davvero esemplare di
un territorio speciale ed esclusivo: quello piemontese di Gavi.
Per avvicinare il pubblico interessatoalla cultura del buon vinoe
alla scoperta di un’attività vitivinicola ragionata, la Cantina La Scolca,
rinnovata secondo gli attuali principi di eco sostenibilità, accoglie i suoi visitatori anche al momento
della vendemmia.
Un lavoro attento di promozione
che, dopo 25 anni d’impegno, da parte di Chiara Soldati, ha portato La Scolca
ad acquisire un prestigio internazionale: un’azienda i cui prodotti sono oggi
esportati in 45 paesi anche agli antipodi, in Australia e in Corea, così come
negli Stati Uniti e in Brasile.
Come affermato da Chiara: “La diversità e l’unicità hanno un’incredibile
appeal anche all’estero. Di fronte al rischio di un’omologazione innaturale
di molti vini, puntare sulla valorizzazione
di un solo e raro vitigno autoctono qualifica l’eccellenza di La Scolca, vista
come una voce fuori dal coro tra i tanti produttori italiani, affacciati
all’estero.
il Blanc de Blancs di La Scolca
La Scolca: verso il Futuro
Sono passati ormai quasi 20 anni dalla
creazione del primo Gavi invecchiato 10 anni,
proposto in maniera pioneristica da La
Scolca.
Ancora oggi il motto “guardare
lontano”, insito nello stesso nome aziendale, guida l’operato di questa grande
tenuta vitivinicola familiare di Gavi.
Una condotta che vuole continuare
con coraggio nella sua mission di
scoperta ed esaltazione delle diversità, per un’attività produttiva, in vigna e in cantina, dove sarà sempre la
curiosità a regnare.
Nell’attività di La Scolca e nel lavoro di Chiara Soldati traspare quella stessa voglia di scoperta e diversificazione che portava Mario Soldati, agli inizi del ‘900, a pensare a degli innovativi spumanti a base di Nerello Mascalese, che oggi sono golosa realtà, che spinge gli chef a provare nuovi entusiasmanti accostamenti e che conduce i sommelier a pensare ai più arditi abbinamenti cibo-vino.
Sono pienamente d’accordo con Chiara quando dice che:
“Ora più che mai è la curiosità a spingere il mondo enogastronomico. Anche per quanto riguarda i vini e gli abbinamenti con il cibo si tende a veleggiare oltre i confini nazionali, guardando ad abbinamenti esotici, con piatti anche estranei alla sola tradizione italiana”.
Bello immaginare come anche vini particolari,
frutto di un terroir unico e limitato, possano diventare nettari capaci di farsi amare dalle tradizioni e dalle
cucine di tutto il mondo.
In questo, secondo me, La Scolca ha lasciato il segno. Nei suoi vini, nonostante la fama raggiunta, si sente ancora l’emozione della vendemmia e quell’armonioso equilibrio capace di sposare diverse sfumature d’incredibile sapore.
Ai prossimi 100 anni e ai
prossimi arditi ed eccellenti accostamenti enogastronomici!
Tornata da una troppo fugace vacanzetta nella Maremma Toscana, sono felice di potervi raccontare un gustosissimo Vino per il Filetto al Pepe Verde!
Una ricetta semplice e gustosa, resa intrigante da questa ombra deliziosamente piccante e speziata che conferisce, alla grassezza e alla tendenza dolce della carne e della salsa, sfumature aromatiche e gustative davvero intense e squisite.
A complemento di questa nota e
gustosa ricetta, ecco arrivare un rosso toscano davvero incantevole al suo
fianco.
Scopritelo, leggendo oltre … non
ve ne pentirete!
Quale Vino per il Filetto al Pepe Verde?
Il Morellino di Scansano 2018 di Fattoria Le Pupille: Colore, Profumi e
Gusto
Un celebre rosso della Maremma Toscana, a base di Sangiovese, che, anche in questa giovane versione, firmata dalla Fattoria Le Pupille, rivela un’anima selvaggia, voluttuosa e piccante. Una delizia, dalla tonalità rubina con sfumature porpora, che ipnotizza l’olfatto con sensazioni fruttate dolci e suadenti, di amarene e susine rosse, e con ricchi sentori speziati di pepe e liquirizia, con un lieve e rinfrescante tocco vegetale che quasi ricorda l’erba appena tagliata.
Un Morellino fresco all’assaggio,
succosamente fruttato, con una piacevole persistenza, calda e speziata.
Equilibrato in ogni suo aspetto e davvero deliziosamente beverino e sobriamente saporito, con una gentile scia minerale.
Morellino di Scansano 2018 – Fattoria Le Pupille
Il Morellino di Scansano 2018 di Fattoria Le Pupille: un Ottimo Vino per il Filetto al Pepe Verde
Con la sua ineccepibile coerenza, la sua freschezza e l’incredibile charme vegetale, fruttato e, soprattutto, speziato, questo Morellino è un vino perfetto anche solo per un antipasto a base di pane, stracchino e finocchiona o accanto a un plateau di Pecorini di media stagionatura, come quello squisito prodotto all’incantevole centro etrusco di Sorano.
Uno di quei rossi che puoi anche
aprire già al momento dell’antipasto e continuare a bere fino alla fine,
passando per primi e secondi piatti!
Un vino incantevole accanto alla
saporosità di un piatto di pappardelle
al ragù di cinta senese e ancora più squisito proprio in abbinamento a un
classico filetto al pepe verde.
In questa particolare avventura
gustativa, il Morellino di Scansano 2018 della Fattoria Le Pupille esalta,
senza eccedere, la piccantezza e la tipica saporosità del pepe, vivacizzando il
gusto tenero e morbido della carne, a cui aggiunge un gustoso tocco, fruttato
ed erbaceo.
Un abbinamento goloso da
descrivere e indimenticabile da assaggiare.
Provatelo e raccontatemi!
Cheers!
p.s. Potete trovare facilmente il Morellino di Scansano 2018 delle Fattoria Le Pupille qui, a circa 8 Euro.
E’ da poco trascorso l’evento Life of Wine 2019, un’opportunità ricorrente per saggiare le potenzialità evolutive di diverse tipologie di vini, attentamente selezionati per tipicità e ricercatezza.
Un’occasione splendidamente ampia e, per fortuna, ben organizzata, nella moderna e funzionale cornice del Radisson Blue Hotel, a Roma, un luogo per me storico, in cui ho frequentato l’ultimo livello AIS e sostenuto l’esame finale.
Questo Life of Wine 2019, nei miei golosi assaggi, ha segnato la vittoria di due rossi sorprendenti e di tre bianchisaporiti, inaspettati e squisiti nella loro territorialità.
Se sei curioso di conoscere le
delizie enoiche assaggiate – con impegno e fatica – dalla sottoscritta, leggi
oltre per farti invogliare all’assaggio di vini speciali, pieni di vita e
saporosità!
Una delle Sale Degustazione del Radisson Blue Hotel, allestite per il Life of Wine 2019
Life of Wine – I Vini Selezionati
Quando partecipo a questi eventi,
dove i vini sono tanti e ottimi, stilo sempre una lista di priorità, per
evitare di venir sopraffatta dai troppi assaggi. In occasione del Life of Wine
la difficoltà è maggiorata proprio dal voler degustare le diverse annate
proposte di uno stesso vino.
La mia selezione, per questa
volta, ha voluto privilegiare cantine più
di nicchia ma particolarmente rappresentative, con i loro vini, di un dato
terroir.
Li scopriamo?
Life of Wine – I Bianchi Assaggiati
L’Enosi Bianco di Baron di Pauli, dal 2018 al 2008
Enosi Bianco di Baron Di Pauli, dal 2018 al 2008
Enosi Bianco 2018
Un vino assaggiato da poco, di cui ho già scritto qui, abbinato a un ghiotto risotto salsiccia e zafferano.
Avendolo apprezzato tanto, non
potevo non cogliere questa occasione per scoprire quanto riesce a “invecchiare”
con eleganza. Un esperimento che mi ha davvero stupita: un fascinoso blend di Resling e Sauvignon Blanc capace di evolversi,
mantenendo intatto il suo sprint fresco – sapido e quella equilibrata
morbidezza che lo rende sempre goloso anche dopo una lunga attesa … perché
10 anni per un bianco sono tanti.
Un bianco altoatesino, vendemmia
2018, dai deliziosi profumi tropicali,
di ananas e banana. Un’aromaticità in cui regna non solo la dolcezza della
frutta ma anche quella di fiori come la mimosa e delle erbe aromatiche
delicate, come la salvia. Una setosità
che riscopriamo anche al gusto, appena rinvigorito da una lunga persistenza
sapida e aromatica, con sbuffi minerali, quasi gessosi.
Enosi 2018
Enosi 2010
L’Enosi 2010 si presenta con un
colore già leggermente più carico e con una profumazione spiccatamente minerale, più intensa, che quasi fa
pensare alla cipria.
Si avverte, nel bouquet di questa
2010, una vaga sensazione speziata e
dolce, quasi di pepe bianco e di zenzero, con accenni di frutta secca: sensazioni che vanno ad arricchire le
consuete note di frutti tropicali.
Un Enosi dal gusto caldo e
lievemente ammandorlato, ben equilibrato tra freschezza e sapidità, con una
piacevole persistenza su note di pietra
focaia.
Un’annata che sarebbe davvero gustosa in abbinamento a dei ravioli
ripieni di patate e burrata, con salsa burro e salvia, o con dei fagottini
ripieni di carbonara: primi piatti golosi che trovano nella freschezza,
struttura e sapidità dell’Enosi il giusto completamento, saporito e aromatico.
Enosi 2008
10 anni dopo … l’annata 2008 è ancora
luminosissima, brilla letteralmente nel bicchiere.
Stavolta vincono le note della frutta tropicale, da cui fa capolino la profumosità, dolce e fresca, del mango e
ritorna la particolare aromaticità minerale, con ricordi quasi gessosi.
Al gusto, freschezza e sapidità
vanno a braccetto, in piena armonia e ottimo equilibrio. Stavolta la persistenza è meno minerale, risultando
più morbida, fruttata e polposa.
Anche gli accenni speziati e di frutta
secca si rivelano con maggiore vellutatezza, sembra quasi di percepire un tocco
di mandorle glassate e di vaniglia sebbene questo vino non veda affatto il
legno.
Il Trebbiano Spoletino Reminore di Madrevite, dal 2018 al 2013
Rimanendo comunque tra i bianchi, passiamo a sorseggiare la piacevole vitalità di un delizioso Trebbiano Spoletino, prodotto dall’azienda Madrevite.
Si chiama Trebbiano ma quella
alla base di questo bianco è un’uva particolare che non va confusa con il
Trebbiano Toscano o quello di Romagna.
Siamo di fronte a un vitigno autoctono dell’Umbria,
coltivato e diffuso nella zonadi Montefalco e Spoleto, dalla storia
antica, originariamente allevato ad alberata, attualmente riscoperto con
successo e vinificato in purezza. Un’uva
capace di regalare vini dalla caratteristica e morbida impronta olfattiva e
dalla struttura intensa, fresca e saporita.
Il Trebbiano Spoletino Reminore di Madrevite
Reminore 2018 – Madrevite
In quest’annata 2018 scopriamo un
Trebbiano Spoletino dotato di profumi
ben articolati, tra note fruttate, floreali ed erbacee.
Reminore 2018
Si avvertono le sensazioni dei
fiori di mimosa e di ginestra, la dolcezza polposa della pesca e dell’ananas. Profumi morbidi e vellutati che si
arricchiscono con lievi sensazioni erbacee di alloro e sensazioni di frutta
secca, quasi di pinoli e mandorle.
Un sorso di sorprendente freschezza, setoso e pieno, dalla piacevole
mineralità rocciosa, con ricordi di pomice e conchiglie, dalle sfumature
saline, per un vino che racchiude un’anima contesa tra terra e mare.
Un assaggio dal gusto caldo e
intenso, delizioso, con una freschezza che invita a ulteriori sorsi.
Reminore 2013
Ecco l’annata 2013, con ben 6
anni alle spalle. In questo Trebbiano Spoletino si sentono di più le note minerali e quelle della frutta secca. Un
ventaglio aromatico dalla dolcezza più mite, rispetto a quella percepita nel
vintage 2018. In questa versione di Reminore si percepiscono delle note più
citrine, quasi di scorza di limone e di marmellata d’agrumi.
Un vino che all’assaggio,
sorprendentemente, regala un gusto meno
morbido, decisamente più spigoloso e
minerale, caratterizzato da una freschezza meno evidente.
Uve figlie di diverse annate, sempre sapientemente elaborate, sono
riuscite a regalare due vini gustosi ma
dalle interessanti diversità, gustative soprattutto. Una stessa identità, declinata con una diversa accentuazione sapida.
Personalmente, ho quasi
apprezzato di più la sontuosa e setosa morbidezza della 2018 ma, devo proprio
dirlo: questo Trebbiano Spoletino mi ha davvero incantata, con il suo carattere
particolare e la sua grinta minerale.
Un vino che non vedo l’ora di provare accanto a un filetto di salmone
alla senape o con del sushi.
Aspettate e, sicuramente, se ne assaggeranno di belle 🙂
Il Pecorino Civitas di Lunaria, dal 2018 al 2013
Sempre tra i Bianchi, questo Life of Wine mi ha permesso di scoprire l’evoluzione di un interessante Pecorino Biologico, denominato Civitas, prodotto da Orsogna, nell’ambito della sua linea di Biodinamici, chiamata Lunaria.
Un’importante realtà vitivinicola
Abruzzese, della provincia di Chieti, che sa bene come presentare una gamma di vini altamente territoriali e
gustosi tra cui, ovviamente, non può che figurare un gran Pecorino.
Avevo già avuto modo di assaporare
questo sfizioso Pecorino, simboleggiato da un simpatico scoiattolo, ma stavolta
ho potuto analizzarne bene le diverse potenzialità evolutive e le variegate
sfaccettature gustative.
Senza contare che ho avuto la
fortuna di assaggiare anche una versione riserva del loro pecorino in purezza, l’Aete,
affinata brevemente in legno piccolo.
Pecorino Civitas 2018
Pecorino Civitas 2018
Un Pecorino dal colore luminoso e
leggermente dorato, dotato di profumi
fragranti, fruttati e floreali, in cui spiccano i sentori delle nocciole, della pera,delle albicocche e della scorza di
limone.
Un vino dal gusto pieno e caldo, dotato di buona freschezza e di una particolare
sapidità che arricchisce, con note saline, la già piacevole persistenza agrumata.
Pecorino Civitas 2013
Pecorino Civitas 2013
Ben diversa è l’annata 2013!
Un vino che si presenta in una
veste intensamente dorata e che regala un caleidoscopio di sensazioni
aromatiche, in cui vincono le note sontuose della frutta.
Con 6 anni alle spalle, il
pecorino Civitas rivela una profumazione
intensa, carica di rimandi alla frutta secca, con note quasi di uvetta,
banane e pesche percoche mature.
Un Pecorino dal fascino vintage,
con un gusto morbido e pieno, ben
equilibrato tra sapidità e acidità e dotato di una bella persistenza, con
ricordi di frutta estiva matura e mandorle.
Un bianco così può sposare
splendidamente il sapore carico e speziato di una classica cacio e pepe ma può,
tranquillamente, anche abbinarsi a degli involtini di pollo, prosciutto e
fontina DOP o a una paella di carne e pesce.
Un Pecorino che, sicuramente, non
abbinerei alla semplice delicatezza dei crudi di pesce o a pietanze di mare dalla
tenue sapidità e tendenza dolce.
Il Pecorino Riserva Aete di Lunaria, dal 2014 al 2011
Aete 2014 – Pecorino Riserva
L’Aete 2014 è molto vicino, come
profumi, al Pecorino Civitas del 2013 pur mostrando un gusto ancora più
intenso, fresco e sapido.
Già all’olfatto, stupisce con sensazioni minerali più potenti e particolari, iodate e rocciose.
Una persistenza che si amplifica in mineralità, perdendo l’intensità della
sensazione ammandorlata, che rimane più nascosta.
Un vino dalla saporosità equilibrata, con un gusto
goloso, dotato di una piacevolissima freschezza che invita a più assaggi,
nonostante la struttura imponente e al suo innegabile calore strutturale.
Pecorino Aete 2014
Aete 2011 – Pecorino Riserva
L’evoluzione di questo Pecorino
Riserva, con 8 anni alle spalle, rivela una tonalità quasi ambrata ma sempre
luminosissima.
Torna, nel ricco e intenso ventaglio aromatico, la potenza della frutta secca, con note di nocciole, noci e mandorle a
cui si aggiungono percezioni speziate
penetranti e accenni balsamici, con ricordi di timo e alloro.
Un Pecorino che spicca, al gusto,
per la sua prorompente mineralità e
una freschezza molto più mite rispetto a quella riscontrata
nella 2014.
Un bianco dalla potente saporosità, con una persistenza
iodata e una morbidezza setosa e avvolgente. Farebbe davvero una splendida figura anche accanto a pianti importanti
di carne, dotati di particolare tendenza dolce e grassezza, come delle
fettuccine al ragù d’agnello in bianco o una porchetta al forno con patate
arrostite.
Un bianco che mi piacerebbe provare anche con del foie gras …
Pecorino Aete 2011
Life of Wine 2019 – I Rossi Assaggiati
Tra gli assaggi mirati, sono stata piacevolmente colpita dalla longevità e dal gusto invitante e indimenticabile del Fiorano Rossodella Tenuta di Fiorano e del Montepulciano d’Abruzzo Coste di Moro, prodotto sempre da Orsogna.
Due rossi ben diversi ma
dall’importante gustosità, capaci di cambiare e acquistare spessore aromatico e
olfattivo anche a distanza di molti anni.
Scopriamoli insieme … sicuramente
mi verrà voglia di assaggiarli di nuovo … maledizione!
Le annate del Fiorano Rosso al Life of Wine 2019
Il Fiorano Rosso
Vino bandiera della storica produzione vitivinicola della Tenuta di Fiorano, ai confini di Roma, in uno dei suoi panorami più suggestivi, a un passo dallo storico selciato dell’Appia Antica.
Un luogo magico, visitabile anche solo attraverso questo storico cammino, una Tenuta di proprietà del Principe di Venosa, Alberico Boncompagni Ludovisi, oggi guidata da Alessandrojacopo Ludovisi che porta avanti l’amata attività del padre con la stessa integrità, dedizione e amore per quella terra e le sue uve: una produzione di qualità che non cede mai ai compromessi, per regalare vini che sono pura espressione di uno specifico terroir.
Il Fiorano rosso incarna la
bellezza e l’eleganza del posto: una sapiente fusione di uve internazionali, un
taglio bordolese da cui emerge la tipicità del Merlot e quella del Cabernet
Sauvignon.
Durante il Life of Wine ho avuto
la rara opportunità di degustarlo in 3 diverse annate, con 10 anni di
differenza l’una dall’altra.
Fiorano Rosso 2014
Fiorano Rosso 2014
La gioventù del Fiorano: un rosso che incanta già per la sua
raffinatezza e il suo buon equilibrio.
Un’esplosione di profumi variegati, fruttati, floreali,
erbacei, speziati e tostati, con note di prugne, more e amarene, timo ed
eucalipto, petali essiccati di violetta, cannella e scatola di sigari, con
appena un accenno di cioccolato fondente.
All’assaggio, il Fiorano non
lascia affatto indifferenti: difficile non rimanere ammaliati dalla sua setosa morbidezza, la ricca freschezza e la
delicata mineralità. Un vino dal gusto particolarmente elegante e
raffinato, perfetto per piatti profumati e saporiti, come un ottimo Coq au Vin,
un filetto alla Wellington o un manzo alla borgognona.
Fiorano Rosso 2009
Fiorano Rosso 2009
Nel 2009, nasce un Fiorano rosso dall’intensa tonalità granato.
Nel ventaglio aromatico di questo
rosso vintage, scopriamo delle sensazioni
speziate e tostate molto più decise, di liquirizia, tabacco e caffè, addolcite da delicate e meno evidenti note
fruttate, di confettura di prugne, e
rinfrescate da delicate sensazioni di erbe aromatiche e sottobosco.
Un vino dal sorso setoso e pieno, di pura
intensità speziata e boschiva, in cui ritornano le sensazioni dei frutti e
dei petali secchi di violetta.
Nonostante l’intensità gustativa
e la prorompente persistenza su note speziate e tostate, delicatamente boisé, questo Fiorano sorprende per la sua innata
freschezza e il tannino ben integrato.
Fiorano Rosso 1999
Fiorano Rosso 1999
Ecco che arrivano le prime
sfumature mattonate, ad arricchire quel rosso granato, visto in precedenza.
Questo Fiorano Rosso, con 20 anni sulle spalle, rivela ancora una tonalità
trasparente e limpida e una profumazione in linea con le sensazioni già
percepite nella 2014 e nella 2009.
Un ventaglio di profumi che, in questo caso particolare, sembra arricchirsi anche di sfumature
eteree, di smalto e ceralacca. Una saporosità dove ritroviamo con piacere i
consueti rimandi aromatici, con le attese e morbide note di frutti rossi in confettura, arricchite
da corposi sentori speziati e tostati.
Un Fiorano che lascia a lungo, al
palato, una scia gustativa unica, calda,
speziata, boschiva, a tratti eterea.
Un gran bel vino da gustare in
assolo, perfetto anche per la perfezione aromatica e intensa di un assaggio di
Pecorini diversi, ben stagionati.
Montepulciano Coste di Moro, dal 2016 al 2012
Spostiamoci nella limitrofa
regione d’Abruzzo per scoprire le diverse potenzialità e i tratti gustosi di un
ottimo Montepulciano biodinamico, il
Coste di Moro di Orsogna, declinato
nelle annate 2016 e 2012.
Life of Wine 2019 – I Vini Lunaria in Degustazione
Coste di Moro 2016 Montepulciano D’Abruzzo
Un bel rosso rubino pieno e luminoso, con riflessi
color porpora, per una tonalità che ricorda quella delle amarene. Guarda un
po’, chissà quali note aromatiche incontrerò subito in questo Montepulciano?
Un rosso che incanta con i suoi intensi profumi di frutta secca e di
amarene, con tocchi speziati di vaniglia, cannella e noce moscata e lievi
percezioni vegetali di rosmarino.
Un Montepulciano dal gusto morbidissimo, perfettamente equilibrato tra le doti di
freschezza e sapidità, di buona
persistenza, apparentemente leggero al palato, nonostante il calore generale.
Un vino già provato nei miei
esperimenti di abbinamento, che ho trovato strepitoso accanto a delle pappardelle al ragù di capriolo che
acquistano, con questo rosso compagno, delle deliziose sfumature cioccolatose.
Coste di Moro 2016
Coste di Moro 2012 Montepulciano D’Abruzzo
Chi ha bisogno della dolcezza
consolatoria della cioccolata, con questo nettare a portata di mano!
Non fraintendetemi, non si tratta
di un rosso eccessivamente morbido e quasi – orrore – dolce! Tutt’altro.
Un Montepulciano dall’incredibile potenza aromatica, in cui
riscopriamo tutta la croccantezza e la
freschezza delle ciliegie mature. Profumi vivaci e compositi che vengono intensificati
da note speziate dolci e delicatamente
boisè, con l’aggiunta di sensazioni aromatiche boschive.
Al gusto sembra quasi di
percepire questa fortunata e golosa commistione, per un rosso che lascia al
palato una persistenza squisita, dove le
note di cioccolato fondente si fondono a quelle balsamiche e scrocchianti delle
erbe aromatiche e della nocciole.
Coste di Moro 2012
Un Montepulciano che regala
attimi davvero deliziosi, risultando incredibilmente setoso e leggero a ogni sorso beva.
Con cosa abbinare questa evoluta squisitezza
di aromi e sapori?
Un traguardo notevole per l’enoteca online più longeva di tutta
Italia, ancora oggi sapientemente guidata dalla passione, per il vasto panorama
enologico italiano, del suo fondatore, l’Ingegnere Andrea Gaetano Gatti.
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questa enoteca online, in una promozione unica.
Dai piatti più semplici nascono
spesso gli abbinamenti più buoni.
Non si può che essere d’accordo con questa affermazione, soprattutto se si assaggiano insieme una ricca teglia di Salsiccia e Patate con un bicchiere colmo del raffinato Piedirosso 2016 dei Feudi di San Gregorio.
Una tenuta vitivinicola di grande
e meritata fama che non sbaglia davvero un colpo.
Il loro Piedirosso rappresenta
una saporita espressione dei tratti più distintivi di questo vitigno, coltivato
in Irpinia. Un vino piacevolissimo e adatto a una cucina semplice e casalinga …
l’ho davvero adorato in abbinamento a un piatto di patate e salsiccia.
Se avete un attimo da perdere,
scoprire il perché, leggendo oltre!
Piedirosso 2016 – Feudi di San Gregorio
Il Piedirosso di Feudi di San Gregorio: Colore, Profumi e Gusto
Già trovo che la semplicità della
sua etichetta sia di una bellezza disarmante. Una bottiglia giustamente scura,
a protezione del nettare al suo interno, e la raffigurazione di un affresco dal
tema naturalistico.
Carina e simbolica la lepre,
intensa la sua tonalità rubino e deliziosi e invitanti i profumi di questo
Piedirosso.
Un vino che cattura con un’aromaticità fruttata ma non dolce,
ricca anche di rimandi delicatamente
floreali, speziati ed erbacei, in
cui percepiamo quasi le note del ribes nero, delle more di rovo, dei petali di
rosa, del timo, della maggiorana e della radice di liquirizia.
Un rosso equipaggiato di viva freschezza, con tannini
leggeri e ben integrati, e sapidità
da vendere, con una piacevole persistenza
minerale, con echi ferrosi.
Equilibrio, leggerezza gustativa e tanto sapore: ben tre chiavi di
volta che raccontano alla perfezione la bontà di questo Piedirosso in purezza.
Lo possiamo abbinare davvero con
tante pietanze, per apprezzarlo ancora di più.
Quali? Ve lo rivelo tra poco.
Vini per Salsiccia e Patate?
Il Piedirosso di Feudi di San Gregorio: tutti i Migliori Abbinamenti
L’avete già capito. Il Piedirosso dei Feudi di San Gregorioè un ottimo Vino per Salsiccia e Patate.
Sarà per quella sua sapidità
innata, che regge bene il gioco tra saporosità speziata delle salsicce e la
morbida tendenza dolce delle patate, o
per quella sua briosa acidità, perfetta nello sgrassare la pastosità del piatto.
Qualunque sia la motivazione regina, il fatto resta: il gusto e i profumi
immediati di questo Piedirosso rendono piena giustizia alla semplice genuinità
del piatto.
Devo avvertirvi di una cosa: è un rosso che non sta affatto bene con le
pietanze dove regna il pomodoro.
A volte il Piedirosso in purezza,
specie quello prodotto da uve allevate nei Campi Flegrei, nelle isole campane e
nella Penisola Sorrentina, viene consigliato in abbinamento alla Pizza
Margherita, agli Gnocchi alla Sorrentina, al coniglio all’ischitana o, anche, a
dei profumati spaghetti pomodoro e basilico.
Ecco, per questi piatti
specifici, il Piedirosso declinato dai Feudi non è adatto, poiché va ad
accentuare anche la più tenue acidità del pomodoro.
Si tratta, infatti, di un rosso che ama, nelle ricette, una particolare grassezza e aromaticità campestre e che, pertanto, risulta ottimo accanto a degli involtini di pollo, ripieni di prosciutto e formaggio, a un rollé di vitello con verdure, a dei tomini alla boscaiola, a un filetto di maiale ai funghi, a un abbacchio con patate al forno, a un pollo arrosto con patate e rosmarino, a degli arrosticini o anche assieme a un semplice piatto di formaggi assortiti, di breve o media stagionatura e non troppo piccanti o saporiti, come il Provolone Dolce, la Fontina DOP, la Casciotta d’Urbino e l’Asiago DOP.
Se vi incuriosisce, lo potete trovare qui, a circa 11 Euro.
Il Piedirosso di Feudi di San Gregorio: un ottimo Vino per Salsiccia e Patate