Sopra le Domus Romane di Palazzo Valentini, nel cuore di Roma, sono stati da poco celebrati i vini italiani premiati al Concorso Mondiale di Bruxelles 2024 (CMB 2024). Medaglie d’oro e argento con cui molti nettari nostrani, da tutte le regioni italiane, sono stati insigniti.
Oltre 700 visitatori in un solo pomeriggio, tra operatori del settore, giornalisti e appassionati, segno di una volontà crescente di scoprire le potenzialità del vino nostrum, qualcosa da celebrare e, insieme, da gustare.
Un evento in cui proprio la qualità delle etichette tiene banco, accompagnata da sapori che lasciano il segno e da una personalità intrigante … proprio quelle bottiglie che annoti per riprovarle in occasioni più adatte, nel comfort e in buona compagnia.
Molti i volti sorpresi e rapiti dei wine lovers che hanno potuto incontrare alcuni grandi nomi dell’enologia italiana accanto a bottiglie decisamente più rare da trovare.
Impossibilitata ad assaggiare tutti i vincitori di questo CMB 2024, mi sono concentrata sui vini della mia regione, il Lazio, e su territori con una produzione meno mainstream, come Basilicata, Umbria, Liguria e Calabria.
L’esito è chiaro: ho scoperto delle vere unicità tra i vini italiani premiati a questo Concorso Mondiale di Bruxelles.
(Ri)scoprile con me, continuando la lettura.
I banchi d’assaggio dei vini italiani premiati al Concorso Mondiale di Bruxelles 2024
Quello di Palazzo Valentini è un contesto che di per sé merita una visita, a pochi metri da Piazza Venezia e Via del Corso. Oggi sede dell’amministrazione di Roma Città Metropolitana, un tempo era occupato da ricche domus di età imperiale di cui si conservano ancora, nei sotterranei palatini, la sala dei banchetti, con splendidi pavimenti mosaicati, impianti termali e un’area templare. Anche non prenotando la visite alle Domus, il Palazzo stesso ha attraversato vicende storico-artistiche di tutto rispetto e deve la sua forma a interventi iniziati alla fine del 1500.
Agli inizi del 1800 divenne proprietà del banchiere Vincenzo Valentini, da cui ha preso il nome, arricchendosi di molte delle opere d’arte che si possono ammirare ancora oggi.
Nel cortile interno di questo raffinato palazzo sono stati allestiti con cura i banchi d’assaggio per i numerosi vini italiani premiati al Concorso Mondiale di Bruxelles, con ampi spazi in mezzo per degustare con cura e calma, vista l’affluenza di giornalisti, esperti, produttori, ristoratori e appassionati.
Tra statue classiche e scalinate di marmo hanno trovato posto anche assaggi di formaggi del Lazio, insigniti del “Premio Roma 2024”, un riconoscimento promosso dalla Camera di Commercio di Roma e realizzato da Agro Camera, per un gustoso amuse-bouche in linea con le eccellenze enoiche presenti.


Palazzo Valentini è un luogo che ormai da anni fa da cornice ai festeggiamenti per i vini premiati al CMB, più che ideale per omaggiare la vocazione italiana nella produzione di vini sempre più eccezionali.
Come promesso, ora ve ne descrivo alcuni!
I vini di Paolo e Noemia d’Amico al Concorso Mondiale di Bruxelles 2024
La mia attenzione è stata subito attratta dallo stand di un’azienda tra Lazio e Umbria che conosco da anni, quella di Paola e Noemia d’Amico, a Castiglione in Teverina. Se qui ho tessuto le lodi e il gusto piacevole e saporito del loro Notturno dei Calanchi, alla premiazione del Concorso Mondiale di Bruxelles ho scoperto il loro Atlante, un Cabernet Franc in purezza, prodotto in un numero limitato di bottiglie.
Un’etichetta che non trovi ovunque, una rarità sulla carta che si abbina a un assaggio altrettanto speciale, in cui puoi sentire veramente il legame tra terra e vitigno. I profumi e i sapori dell’Atlante 2017 sanno di bosco ed erbe balsamiche, riscaldati da un sottofondo speziato e “peposo”, con un gusto minerale che resta a lungo in bocca e rende ogni sorso coinvolgente e mai stancante, con un particolare tocco piccante.
Un rosso che, proprio come il Notturno, abbini facilmente anche a piatti vegetariani e non solo a ricette ricche, a base di carni e cacciagione. Normale che entrambi siano stati premiati con la medaglia d’oro!


I vini di Antica Tenuta Palombo al Concorso Mondiale di Bruxelles 2024
Una vera scoperta tra i vini del Lazio! L’Antica Tenuta Palombo, in provincia di Frosinone, mi ha stupita con la singolarità e la piacevolezza dei suoi vini, dal doppio charme, nostrano e internazionale.
Maturano
Già nella masterclass dedicata ai premiati del Lazio, ho avuto modo di approfondire il fascino distintivo del loro Maturano in purezza, un bianco da uve locali e antiche, riscoperte e vinificate scrupolosamente per mettere in luce la personalità del vitigno e il suo legame con il territorio.
Siamo in una zona di confine del Lazio, ai piedi della montagna di Cassino, verso l’Appennino abruzzese, nella Valle di Comino. Luoghi dove il clima ha quelle giuste escursioni termiche che favoriscono una perfetta maturazione fenolica delle uve e dove, infatti, si produce con successo anche un Metodo Classico da uve Lecinaro e Maturano.
Il Maturano brilla per la sua evidente freschezza, accompagnata da una sapidità più delicata che dona salinità al sorso. Un bianco che si nota già nei profumi, con note di frutta croccante e agrumi, di biancospino ed erbe aromatiche. Un vino vibrante sia negli aromi che al gusto che guizza sul palato, quasi dissetandolo. La morbidezza non è il suo punto forte, ma il Maturano di Tenuta Santa Palomba si ama proprio per il suo spirito vivace e croccante, da bere e ribere.
Un bianco perfetto per i crudi di pesce, le fritture di pesce e verdure, i latticini e la pizza con i funghi, capace di regalare un sferzata di freschezza, profumi e leggerezza in più all’abbinamento.


Cabernet Sauvignon
Anche i rossi della Tenuta hanno fascino da vendere … e anche storia! In epoca borbonica la Tenuta esisteva già, seppur con proprietari e forme diverse, e aveva cominciato a sperimentare l’allevamento di vitigni d’importazione francese nella zona. Il proprietario d’allora, appassionato dei vini d’oltralpe, innestò piante di Petit Verdot, Syrah, Merlot e Cabernet Sauvignon, che aveva preso proprio in Francia. Solo gli ultimi due si acclimatarono alla perfezione nella Valle di Atina, grazia a una sinergia ideale tra microclima e suolo.
La vocazione dell’area è rimasta nota anche dopo l’unificazione d’Italia e, oggi, l’azienda è rifiorita attraverso all’impegno dei nuovi proprietari. Sulle orme del precedente proprietario Giovanni Palombo, grande promotore della DOC Atina, la famiglia Mastrantoni ha dato il via a una produzione raffinata, capace di unire gusto e avventura.
Coadiuvati dall’esperienza dell’enologo Roberto Mazzer sono riusciti a mettere in luce la duplice potenzialità della tenuta, recuperando le vigne storiche e riprendendo l’allevamento di varietà locali, come proprio il Maturano.
Il loro Cabernet Sauvignon si fa notare perché trasmette bene l’immagine, attraverso colori, profumi e sapori, di un’uva elegante, coltivata in un territorio che le è più che congeniale, capace di mettere in risalto i suoi lati più veri. Genuinità e sapore sono i due cavalli di battaglia del Cabernet Sauvignon dell’Antica Tenuta Palombo.
I vini di Cantina De Biase Concorso Mondiale di Bruxelles 2024
Una regione poco conosciuta per il vino ma rinomata per la sue bellezze uniche. Sto parlando della Basilicata, di cui conoscerai lo splendore di Matera e le bellezza di Maratea e del Metaponto.
Hai mai, però, sentito parlare dei vini della DOC Grottino di Roccanova? Si tratta di vini speciali, bianchi e rossi ottenuti dalle uve più apprezzate della Val d’Agri, come la Malvasia Bianca e il Sangiovese.
Roccanova viene definita una “città del vino”, come riportato sulla targa d’ingresso al centro. Il vino è qualcosa di vitale tra le colline fertili e soleggiate di questa zona racchiusa tra i comuni di Roccanova, Sant’Arcangelo e Castronuovo di Sant’Andrea. Caratteristica del luogo e della produzione locale è la presenza e l’utilizzo di cantine scavate nella roccia: vere grotte sotterranee per lavorare e conservare il vino a temperature costanti, da cui la DOC ha preso il nome.
La Cantina De Biase tiene fede alle promesse del territorio, ben meritandosi una medaglia d’oro per il suo Grottino di Roccanova Rosso DOP L’Essenza, classe 2021. Questo fantastico medagliato, in veste rosso rubino, dimostra un incredibile fascino sapido ed erbaceo, con note fruttate che danno quel tocco di morbidezza che rende il sorso setoso senza banalizzarlo. Un vino che incontra il futuro, intenso e minerale, con un finish ricco di profumi e allo stesso tempo leggero.
Come consigliato dagli stessi produttori, questo rosso ama gli ingredienti saporiti come lui. Con i primi sugosi e al ragù, con le carni rosse alla brace o anche solo con del pane bruschettato con peperoni cruschi, diventa qualcosa di magico!
Apprezzata durante la recente partecipazione al recente Festival Viniamo 2023, a Roma, la Cantina De Biase è conosciuta anche per l’eccellente accoglienza che riserva ai suoi visitatori, già inserita tra alcune delle migliori cantine della Basilicata per i suoi wine tour.
I vini della cantina Filippo Brancati al Concorso Mondiale di Bruxelles 2024
Andiamo ancora più a Sud, in Calabria, con i vini premiati al Concorso Mondiale di Bruxelles 2024 della cantina Filippo Brancati, a conduzione biologica. I loro nettari nascono da uve di Nerello e Chardonnay che maturano respirando le brezze marine della costa Jonica, a Palizzi.
Il Carcare Rosso 2020, premiato con la medaglia d’oro, svolge un lungo affinamento, con soli 2 mesi di passaggio in barrique, dimostrando una spiccata personalità mediterranea, con dei profumi che richiamano quelli della macchia, degli olivi e dei pruni. Il suo è un fascino selvaggio anche all’assaggio, con un’evidente sapidità che ti trascina al mare e una persistenza scalpitante di ritorni aromatici. Un profilo olfattivo che annusi e che mangi e rende trascinante la bevibilità di questo rosso, mai troppo morbido e con tannini tannici il giusto.
Curiosa di assaggiare anche il loro Chardonnay, sono rimasta piacevolmente stupita dal suo profilo aromatico distintivo, dove la dolcezza della frutta cede lentamente il posto a sferzate di sale marino, agrumi ed erbe officinali. Sicuramente uno Chardonnay particolare, di quelli da sorseggiare con attenzione. Segnato da riprovare e da abbinare!
I vini della Tenuta Maffone al Concorso Mondiale di Bruxelles 2024
Finiamo in eroismo, con i vini liguri di montagna della Tenuta Maffone. La loro Granaccia Ligagna 2019 è stata premiata con la medaglia d’argento e la sua riconoscibilità inizia dal colore, un amaranto vividissimo. I profumi sono freschi e croccanti, come dei chicchi di melograno, con note fruttate e floreali in testa e un penetrante background di sensazioni vegetali, mediterranee e boschive, a ricordare i luoghi segreti in cui sorge la cantina, racchiusa tra Alpi e mare.
Tenuta Maffone si trova ad Acquetico, in provincia di Imperia, in montagna, con vigneti situati a un’altitudine compresa tra i 500 e i 700 metri. L’azienda di famiglia, nel cuore della Valle Arroscia, ha abbracciato dal 2019 la vitivinicoltura biologica, per preservare la rarità del proprio territorio e delle piante coltivate.
Il loro Ormeasco di Pornassio, U Meneghin, assaggiato dopo la Granaccia, si ottiene da vigne storiche, coltivate a piede franco, poiché l’impervietà della zona le ha protette e le preserva tutt’oggi dagli attacchi della fillossera.
Come la Granaccia, la firma distintiva dell’Ormeasco resta la mineralità salmastra, accompagnata da note fruttate rinfrescanti, sensazioni floreali di rose rosse a da un ricco corredo di note vegetali che ricordano la felce e il basilico.


Entrambi i rossi di Casa Maffone uniscono bevibilità e a un gusto leggero ma dalla persistenza piena, straripante di ricordi aromatici. Hanno un tenore alcolico ben presente ma che non infastidisce l’assaggio, per sorsi che risultano sempre equilibrati e appaganti
… come l’intera esperienza degustativa dei vini italiani premiati al Concorso Mondiale di Bruxelles 2024.
I vini premiati al Concorso Mondiale di Bruxelles 2024 – l’Italia in avanti
Ben 585 vini premiati, con 249 medaglie d’oro e 316 d’argento assegnate: ecco i numeri dei vini italiani al Consorso Mondiale di Bruxelles 2024.
Su circa 1800 etichette in concorso, la percentuale di quelle italiane premiate mette in risalto la qualità della produzione nostra, seconda in numeri solo a quella francese.
I vini italiani, bianchi, rossi e spumanti, delle nostre regioni, continuano a far parlare e accanto alle denominazioni più note e apprezzate si fanno strada nettari di pregio che fanno della loro unicità e qualità punti di forza innegabili, spesso accompagnati da prezzi onesti che ci riportano a un’idea di vino più autentica ma non per questo meno raffinata e affascinante.
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