Il Gavi e la sua longevità, qualcosa che avevo già sperimentato assaggiando alcune vecchie annate e versioni spumantizzate di lungo affinamento. Un potere che ha trovato conferma nei Gavi vintage sorseggiati durante la kermesse romana Berebianco, al Westin Excelsior Hotel di Roma. Tutto un evento dedicato proprio all’aging power di alcuni grandi bianchi, rigorosamente made in Italy.
Tra di loro un posto d’onore spettava proprio al Gavi, figlio di uve Cortese.
Guidati dall’esperienza dell’agrotecnico Davide Ferrarese abbiamo esplorato le potenzialità e il carattere di diverse annate, dalle mani di alcuni rinomati produttori del territorio. Una narrazione di ampio spettro, con 8 vini differenti nel calice, che si è conclusa con stupore, attraverso tappe sempre avvincenti.
Com’è andata esattamente? Continua la lettura per scoprirlo.
I comuni del Gavi
Per apprezzare ancora di più la longevità del Gavi, è bene conoscere il territorio da cui proviene. Scenari che fanno subito venir voglia di viaggiare, per toccare con mano le bellezze locali.
Siamo nel Sud del Piemonte, al confine con la Liguria e l’Emilia, a ridosso dell’Appennino, almeno nella parte meridionale del Gavi. L’area produttiva di questa DOCG si concentra in soli 11 comuni: Serravalle Scrivia, Novi Ligure, Tassarolo, Pasturana, Francavilla Bisio, Capriata d’Orba, San Cristoforo, Parodi Ligure, Carrosio, Bosio e Gavi, ovviamente, quasi al centro dell’areale.
Parte di questo habitat vinicolo, amato dall’uva Cortese, è dislocato in pianura e collina, con piccoli appezzamenti nelle zone più montuose.
I grappoli di Cortese vengono coltivati anche in altre zone del Piemonte e persino in nazioni lontane, come la Nuova Zelanda, ma il legame che quest’uva ha stabilito con l’areale del Gavi è proprio speciale. Una predilezione dettata dal microclima e dai suoli locali.
Il clima e i suoli del Gavi
Quella del Gavi è una delle zone che finora ha meno risentito dei cambiamenti climatici e dell’innalzamento generale delle temperature. A Gavi, in Inverno, le gelate erano frequenti e potevano compromettere lo sviluppo delle uve; pertanto un clima complessivamente più mite nella stagione fredda, come rilevato dalle 5 stazioni meteo installate tra gli 11 comuni, ha fatto bene alla produzione generale. Infatti, le temperature maggiori hanno permesso ai grappoli di resistere meglio ad alcune patologie.
Un altro tassello identificativo del territorio è la diversità dei terreni, entrambi validi nel fornire al vitigno Cortese il giusto nutrimento, attraverso una tessitura ben drenante, capace di trattenere le risorse idriche.
Nella zona settentrionale della DOCG, quella più vicina a Gavi, Tassarolo e Novi Ligure, troviamo terreni prettamente argillosi, ricchi di minerali, con una colorazione bruno-rossastra che salta subito agli occhi. Per questo si parla di “Terre brune” del Gavi.
Verso Sud, dove le colline cedono quasi il posto agli Appennini, troviamo suoli composti da marne-calcaree, dall’evidente origine marina anche grazie alla presenza di inclusi fossili. Questa zone della DOCG viene definita “Terre bianche”.
I vini assaggiati provengono da vigneti coltivati su entrambe le tipologie di terreno e sono stati tutti testimoni dei cambiamenti climatici degli ultimi 15 anni. Interessante è stato assaggiarne i risultati ed è ugualmente affascinante raccontarli!
La longevità del Gavi in 8 vini e 8 annate
In questa Masterclass sono state scelte 8 etichette, capaci di evidenziare, con gusto e particolarità, la longevità del Gavi e la sua piacevolezza, attraverso lo scorrere del tempo.
Un viaggio che comincia dall’annata 2021 e termina con la lontana 2007. Preparati a un vero tour nel tempo.
Gavi Carlo 2021 – Marchese Luca Spinola
Ecco un Gavi di produzione biologica, nato nelle terre settentrionali della DOCG, in suoli prevalentemente argillosi, dalle affascinanti sfumature rosse. La mineralità di questo vino si sente già all’olfatto, seguita da note agrumate e floreali. Una personalità che trova conferma nel gusto, con un perfetto equilibrio tra acidità e sapidità, guarnito da una persistenza fruttata, dal tocco ammandorlato. Qui si nota subito quell’eleganza per cui il Gavi è famoso, merito anche dell’ottimo andamento climatico dell’annata 2021. Un vino, quello della famiglia Spinola, gustoso fin da subito, con quella spinta in acidità che gli permetterà di cavalcare gli anni con successo. Qua bisogna ripassare!
Note di abbinamento
Il Gavi Carlo, classe 2021, si presta bene ad accompagnare un risotto alla zucca, delle tartine con salmone crudo e Philadelphia, del sushi e sashimi, una catalana di crostacei e della lasagnette di verdure.
Gavi Minaia 2020 – Nicola Bergaglio
Con il Gavi di Minaia siamo proprio nel comune principe della denominazione. I terreni di Gavi da cui provengono i suoi grappoli affondano le radici in suoli sempre rossi, prevalentemente argillosi, dal Ph tendente all’acido, con grandi capacità di ritenzione idrica. Lasciano il segno in questo Minaia 2020, contribuendo alla sua penetrante aromaticità fumé, corredata da note di nespole, mandorle tostate e fiori di campo essiccati. La sapidità domina ogni sorso, equilibrato da un finish setoso e succoso, probabilmente merito della calda Estate 2020, che ha seguito un Inverno mite.
Note di abbinamento
Un Gavi ideale con un risotto profumato al tartufo, con delle pappardelle ai porcini, con una frittura di funghi e crostacei, con una grigliata di pesce e con una fresca insalata di mandorle, gamberi rossi e caprino.
Gavi Riserva 2019 Vigna della Madonnina – La Raja
Questo Gavi riserva nasce in un cru della Tenuta La Raja, un’azienda a conduzione biodinamica. I terreni di Vigna della Madonnina sono misti, con la componente argillosa che cede il passo alle marne.
Qui la mineralità è meno incisiva nelle note olfattive, regno di sensazioni fruttate e floreali, morbide e succose che ricordano le albicocche, le pesche, la ginestra. Il gusto spicca per morbidezza ma sempre con quei guizzi sapidi e la bella freschezza che sono la tipica impronta dei bianchi di Gavi. Anche l’annata 2019 è stata segnata da alte temperature, corredate da una buona piovosità stagionale.
Abbinamenti con il cibo
Il Vigna la Madonnina, classe 2019, è il Gavi perfetto per accompagnare dei gamberi in agrodolce, un pesce spada in salmoriglio, delle sarde a beccafico, dei tortelli di zucca mantovani, dei cannelloni con ricotta e spinaci .
Gavi Il Mandorlo 2017 – Tenuta San Pietro
Con questo Gavi della Tenuta San Pietro siamo nel comune di Tassarolo, cuore delle cosiddette “Terre Brune”. La 2017 è stata un’annata difficoltosa, siccitosa, con un’Estate molto calda che ha determinato una vendemmia anticipata.
Il Mandorlo racconta a modo suo le alte temperature, mantenendo comunque la sua verve fresco-sapida. E’ sempre la mineralità a regnare nei profumi e nel gusto di questo Gavi, con nuance affumicate, quasi empireumatiche, a richiamare la frutta secca tostata e i tartufi. Sapori e aromi in cui le note erbacee si contrastano e complimentano con sensazioni dolci di frutta secca e miele, con un leggero tocco di scorza d’agrume.
Abbinamenti con il cibo
Un vino ideale nell’accompagnare un risotto asparagi e scampi, un’orata al cartoccio, degli scampi alla busara, una pizza con alici e fiori di zucca, un pollo al limone.
Gavi del Comune di Gavi Montessora 2016 – Tenuta La Giustiniana
Anche il 2016 di Tenuta La Giustiniana è frutto delle “Terre Brune” nel comune di Gavi e di un’annata ottima, segnata da temperature estive calde ma non eccesive , con la giusta quantità di precipitazioni.
Un assaggio in cui emerge subito un quadro olfattivo ampio, con note di idrocarburi, frutta secca, spezie dolci,come curcuma e zafferano, ed erbe aromatiche. Il gusto è ugualmente ricco di sfumature, morbido e dalla succosa acidità, con una sapidità lunghissima che si stampa letteralmente sul palato. Probabilmente il mio assaggio preferito in questa Masterclass dedicata alla longevità del Gavi.
Note di abbinamento
Un vino che si abbina splendidamente con piatti di pesce e primi di verdure. Da non perdere con una classica orata in crosta di patate, delle capesante gratinate, una tartare di tonno con anacardi e avocado, un pad thai, dei tortelli di patate con burro e salvia, una pasta con tartufo o funghi.
Gavi Vigna della Rovere Verde 2015 – La Mesma
Ecco un altro grande Gavi, affinato in cemento per un anno, con grappoli originari del comune di Gavi, sempre allevati in terreni profondi e argillosi.
Un fuoco d’artificio anche solo all’olfatto, con una mineralità che balza al naso con la sua carica pirica, di pietra focaia. Un fuoco di sensazioni aromatiche che spaziano dalla frutta fresca e secca, con note di albicocche, scorza d’agrume, mandorle tostate, e finiscono con la piccantezza sfumata dello zenzero. Un gusto di grande equilibrio, intenso e di eccezionale bevibilità, anche grazie a una piacevole acidità che rinfresca e alleggerisce il sorso. Il sapore di questo Gavi non si scorda.
Note di abbinamento
Perfetto per piatti vegani, a base di pesce o carni bianchi: praticamente ottimo per tutti! Dalle tagliatelle al tartufo bianco, al risotto con nocciole e Grana, passando per un rombo in crosta di pistacchi e arrivando a un pollo alle mandorle, questo Gavi resta un successo.
Gavi Monterotondo 2011 – Villa Sparina
Il Gavi Monterotondo di Villa Sparina è frutto di una vendemmia leggermente anticipata, a causa delle alte temperature stagionali. Fortunatamente l’andamento climatico generale è stato bilanciato da ottimali escursioni termiche e da una buona quantità di precipitazioni.
Un equilibrio che si percepisce proprio nell’ottima riuscita di questo Gavi, fermentato parzialmente in legno, realizzato con grappoli cresciuti in “Terre bianche”, a prevalenza calcarea.
I profumi di questo Gavi, decisamente vintage, sono fruttati e floreali, con note in evidenza di frutta secca, miele e albicocche sciroppate, camomilla essiccata. Non compaiono note ossidative ma sfumature speziate e sapide, quasi a ricordare lo zenzero e il caramello salato. Stupisce subito la sua freschezza ancora vivida all’assaggio che si stempera in una persistenza morbida, dalla delicata sapidità. Probabilmente il Gavi dall’impronta minerale meno evidente tra quelli assaggiati, però, diamine! Con questo brio acido e succoso, e il finish setoso, ci vengono fuori degli abbinamenti pazzeschi.
Note di abbinamento
Questo è un Gavi speciale per abbinamenti dal profilo fusion e orientale. Da sperimentare con un’anatra all’arancia, degli involtini vietnamiti, un nasi goreng, un curry rosso, un okonomiyaki e un vitello tonnato, giusto per restare in Italia.
Gavi 2007 – Produttori del Gavi
Un’incredibile freschezza pervade ancora questo Gavi con ben 17 anni alle spalle. Un’etichetta che trova le sue origini nei terreni del comune di Gavi, in un’annata equilibrata tra un Inverno mite e un’Estate calda ma non troppo intensa e prolungata nelle sue alte temperature. Un profilo aromatico speziato, fruttato e succoso ti attende nel calice, con profumi che richiamo la frutta candita e fresca, i fiori secchi, lo zafferano e il bastoncino di liquirizia. L’assaggio è setoso, come un guanto, dal finish che richiama nettamente le dolcezze della frutta, senza quelle nette sfumature di spezie che si sentivano all’olfatto.
Un vino che ha cavalcato quasi due decenni senza spegnersi ma evolvendosi in un nettare ancora di grande piacevolezza.
Note di abbinamento
Un Gavi da provare con piacere con una pasta con zucca e bottarga, con delle tartine di caprino e caviale, con un ramen, con dei tortellini in brodo, con un baccalà mantecato con patate.
La longevità del Gavi in una Masterclass – Conclusioni
Anni diversi, Gavi differenti con un unico comune denominatore: la qualità di un’uva e di un territorio. Pura e semplice verità da bere, più o meno sapida e d’imperitura freschezza.
Una Masterclass che è stata un vero ritorno al futuro, sancendo l’innegabile qualità e longevità del Gavi, un bianco italiano di valore sia in gioventù che con dei decenni alle spalle. Possiamo tranquillamente definirlo come “vino da investimento”.