Assaggiando il Franciacorta Riserva Ca’ de Pazzi 2009, chiamato Brera, mi sono emozionata e stupita. L’avevo acquistato con qualche dubbio e, invece, finisco per dedicargli un bell’articolo, perché ne ha tanti di pregi.

Le mie perplessità nascevano dall’annata. Il 2009 da’ da pensare, considerando che siamo nel 2024; si tratta di uno spumante con tanti anni di attesa alle spalle e con un lungo affinamento. Normalmente a un Franciacorta Riserva, per fregiarsi come tale, serve un affinamento di 60 mesi: ebbene il Brera ne ha fatti parecchi di più.

Forse anche per questo, insieme alla pantera sull’etichetta, questo bottiglia intriga tanto.

La buona annata franciacortina unita a un’accurata lavorazione saranno riuscite a creare una Riserva di spessore ma comunque dotata di viva freschezza e aromaticità, doti sempre amate in una bollicina?

Stai per scoprirlo …

Franciacorta Riserva Ca’ de Pazzi: una Riserva di successo

La pantera si chiama Brera e graffia bene con il suo gusto. Questo Franciacorta Riserva Ca’ de Pazzi conferma la qualità della produzione, già testata per il Brut Rhino e per il Satén Raffo, con un gusto equilibrato che brilla ancora di gioventù.

Questa Riserva 2009, 100% Pinot Nero, evolve per ben 96 mesi (vale a dire 8 anni!) sui lieviti e poi prosegue l’affinamento in bottiglia per altri due anni. Già la materia alla sua base nasce speciale. Le uve, infatti, prevengono da un singolo cru, una vigna selezionata. Dei grappoli raccolti, un 10% viene lavorato in barrique di secondo passaggio per poi unirsi al vino restante creando così la Cuvée millesimata.

Una produzione che, fin dall’inizio, ha puntato sull’eccellenza e l’unicità del prodotto. La missione sembra aver avuto successo. Te ne accorgi appena versi il Brera nel calice.

Franciacorta Riserva Ca’ de Pazzi: perlage, profumi e gusto

Quasi mi aspettavo un perlage molto delicato, invece la Pantera frizza con il giusto mix di verve e delicatezza, donando cremosità all’assaggio.

Il colore già dice tanto, con sfumature dorate intense, segno distintivo di un nettare che si è evoluto a lungo. I profumi sono, insieme alla tonalità, ciò che subito cattura i sensi, con sfumature che richiamano  … l’ultima tua visita in pasticceria! Promette bene questo Franciacorta Riserva Ca’ de Pazzi. Le premesse non vengono certo disattese dall’assaggio, anzi! Qui il Brera stupisce e balza in avanti con un raro equilibrio tra morbidezza e freschezza, contornato da profumi che richiamano i lieviti e, insieme, i fiori d’acacia, la scorza di limone, la frutta estiva e le erbe di campo.

Un calice di forza e piacevolezza fuse insieme, in sorsi che stuzzicano il palato senza appesantire.

Un Franciacorta così sa sfoggiare il suo potere anche negli abbinamenti con il cibo.

Franciacorta Riserva Ca’ de Pazzi: i migliori abbinamenti

Con il suo carattere smagliante e una maturità energica, il Franciacorta Riserva Ca’ de Pazzi ti accompagna per un intero percorso culinario … o più itinerari gastronomici. La sua struttura lo rende una bollicina ideale per ricette di terra e di mare, anche vegetariane e vegane, purchè anch’esse dotate di personalità.

Così profumato, è uno spumante che ama l’aromaticità nei piatti. Ecco perché è così gustoso con una semplice pasta condita con un pesto di pistacchio e mandorle. Un pairing vegano dov’è proprio la fragranza a vincere con una perfetta assonanza tra le note olfattive del vino e quelle del piatto.

Il Brera si spinge anche oltre, accompagnando con magistrale armonia delle tartine con caprino e caviale, dei sushi roll con tonno e avocado, dei tagliolini con bottarga, dei filetti di sgombro al pistacchio, un pollo alle mandorle, dei cornetti di Grana Padano con mousse di baccalà.

Quale sarà il tuo abbinamento preferito in compagnia del Franciacorta Riserva Ca’ de Pazzi?

Torna a raccontarlo, perché il Brera è un Metodo Classico che si ribeve!

Cheers!

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