La visita alla Cantina Formiconi, ad Affile (Rm), in località Farinella, mi riconcilia con il mondo del vino laziale. Chi mi ha seguito, avrà notato che avevo espresso qualche perplessità sull’attenzione mostrata verso il cliente, specialmente se degustatore e appassionato, durante alcune delle mie precedenti visite in realtà vitivinicole regionali.

Cantina Formiconi
Cantina Formiconi

Livio Formiconi si è mostrato particolarmente disponibile e ha fatto di tutto per soddisfare le mie esigenze per organizzare una visita alla sua cantina. Sebbene non sia potuto essere presente, mi ha accompagnato suo nipote Michael, appassionato e capace comunicatore.

Iniziamo osservando alcuni dei vigneti aziendale, che si estendono per circa due ettari e che sono dedicati alla produzioni di due Cesanese, il Cisinianum e il Capozzano.

Il “Cesanese di Affile” è ottenuto da un vitigno autoctono originario di questo piccolo territorio di montagna e conosciuto fin dai tempi della Roma Antica. I coloni romani, sedotti dall’ottimo clima, si dedicarono ad un’intensa opera di disboscamento per fare spazio a splendidi vigneti (cesae: luoghi dagli alberi tagliati).

Un vino che deliziò il palato di Papi e Imperatori; un prodotto della terra, che accompagnò il lento ritmo del lavoro nei campi, fornendo ispirazione a poeti e letterati.

Fu oggetto di gelosa cura da parte del popolo di Affile, che negli Statuti Municipali stabilì “pene severissime a chiunque avesse avuto l’ardire di recare danno alle vigne”. Un vino la cui notorietà ha trovato eco lungo i secoli, fino a conquistare negli anni ’30 del Novecento i luoghi della cultura enologica, ottenendo riconoscimenti e medaglie a Parigi, Bruxelles, Roma e Milano.

Segni tangibili di un legame antico, quasi eterno, testimoniato persino dallo stemma araldico del paese: un tralcio di vite dai grappoli neri con un aspide attorcigliato sul tronco.

La Cantina si trova nella DOC Affile; qui in un fazzoletto di terra si concentrano tre denominazione d’origine: Cesanese del Piglio (DOCG), Cesanese di Affile (DOC) e Cesanese di Olevano Romano (DOC).

Sia Olevano sia Piglio sono a una quindicina di chilometri distanza ma i vini prodotti sono molto diversi tra loro: questo a causa dei terreni, delle altitudini e anche della tipologia di uve impiegate.

Affile si trova molto in alto, a quasi 700 metri di altezza: quindi grandi escursioni termiche, ventilato e poi terreni tendenzialmente argillosi. Dal punto di vista ampelografico il cesanese di Affile presenta un grappolo più compatto con acini più piccoli, rispetto al cesanese comune; anche le foglie sono morfologicamente diverse.

A Piglio si usa ancora il cesanese di Affile, ma qui siamo più bassi in quota, quindi temperature più alte, di conseguenza il vino risulta diverso da quello producibile ad Affile.

Ad Olevano, ancora più in basso dei due precedenti, il vitigno più classicamente impiegato è il cesanese comune. Il terreno è prevalentemente vulcanico, misto argilloso. L’escursione termica è minore. Qui si vendemmia classicamente a settembre, mentre ad Affile ad ottobre.

Per quanto riguarda la produzione dei due vini: Cisinianum e Capozzano, possiamo dire che origina da due vigne diverse, due cru, una su terreni misto argillosi, quella del Cisinianum, e una su terreni franco argillosi, quella del Capozzano; per altro la vigna si trova sul versante di un collina che domina la vallata, e con una pendenza sorprendente. A proposito del cesanese di Affile, è interessante sottolineare un aspetto legato al colore, che è piuttosto tenue, e che nel passato aveva la tendenza a scaricarsi in modo piuttosto deciso.

Ciò veniva visto come un problema per il consumatore finale, per cui il dipartimento di Viticultura ed Enologia di Velletri, dell’Università della Tuscia ha individuato un clone di cesanese che evita la caduta del colore.

Formiconi impiega questo clone nel cru impiegato per la produzione del Cisinianun, che è il vino d’ingresso della cantina.

Per quanto riguarda i vini, il Cisinianum fermenta in acciaio, per un paio di settimane e ivi rimane subendo periodici rimontaggi. La produzione si attesta sulle 30000 bottiglie annue, con rese non superiori al 60%.

Il Capozzano è il vino top della cantina, di cui si producono solo 4000 bottiglie, con rese tra i 40 e i 50 quintali per ettaro. Riposa in barrique per circa 18/24 mesi e subisce un ulteriore affinamento in vetro di 6/8 mesi.

Quella alla Cantina Formiconi è una visita assolutamente da non perdere !

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