Fino a qualche tempo fa avevo sempre snobbato le “bollicine”, e soprattutto il prosecco, come vini da pasto; al massimo il Prosecco si può usare per accompagnare qualche stuzzichino durante l’aperitivo oppure per realizzare un bello Spritz.
Questo perché trovavo molti Prosecchi troppo semplici come profumi e sapori.
Certo il Prosecco non è un vino particolarmente strutturato e sicuramente non produce una quantità di sensazioni così ampie come invece può accadere con un Metodo Classico, prodotto da uve differenti e realizzato secondo una metodologia specifica che lo rende appunto ben distinguibile.
Proprio per le differenze di base non si può fare un paragone: si tratta di prodotti assolutamente diversi e ciascuno ha delle precise caratteristiche e i propri punti di forza.
Il Valore del Prosecco: Caratteristiche Organolettiche
Del Prosecco il punto di forza è senz’altro la piacevolezza immediata, data dalla sua deliziosa acidità a dai suoi spiccati profumi di frutta e fiori.
In molti Prosecchi di Conegliano Valdobbiadene e di Cartizze ritroviamo lampanti gli aromi delle mele croccanti, delle pere kaiser e abate, degli agrumi, della frutta tropicale, della camomilla, delle margherite, della ginestra e del biancospino e, in alcuni casi, anche della menta, della maggiorana e della salvia.
Non è un vino particolarmente complesso e strutturato ma piace così tanto proprio per la sua incredibile bevibilità in qualsiasi momento e occasione: uno spumante brioso, leggero e davvero profumato.
La sua leggerezza, però, non deve essere intesa come banale semplicità, quanto piuttosto come caratteristica da valorizzare agli occhi di chi ama vini aromatici e, allo stesso tempo, lievi al palato, perfetti per esaltare, come vedremo tra poco, una cucina fatta di ingredienti e sapori poco cucinati ed elaborati, magari arricchiti solamente da erbe, spezie e alcune tipologie di salse.
Il Valore del Prosecco: Zona di Produzione
Fino a qualche anno fa non avevo mai veramente riscontrato i pregi menzionato nei Prosecchi che provavo: bisogna dire che a Roma, nonostante la fama internazionale di questo prodotto, i prosecchi non hanno una grande diffusione, in ristoranti e locali, se non come completamento di tanti cocktail in tutti gli aperitivi e apericena romani.
Bisogna andare nelle enoteche, da Eataly e spesso ci si trova a spendere veramente tanti soldi per una bottiglia di quello stesso prosecco che andando alla fonte si può trovare a prezzi decisamente inferiori.
Eh si, in Conegliano – Valdobbiadene, terra d’eccellenza di una DOCG ormai famosa in tutto il mondo, ci sono una miriade di produttori che realizzano prosecchi di qualità eccellente ma che ahimè non toccano il mercato romano.
Lo stesso vale per i tanti piccoli produttori della Prosecco DOC (zona di produzione più ampia tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia), dove comunque troviamo prosecchi di grande qualità.
Infine, le enoteche e i locali che offrono i prosecchi dei Colli Asolani, in quel di Roma, si contano sulle dita di una mano monca.
In generale il maggior numero di Prosecchi in vendita al pubblico (in versione DOC e DOCG mischiate tra loro) si trova sugli scaffali dei grandi supermercati e anche in quei casi spesso troviamo sempre i soliti quattro nomi.
Davvero un peccato trovare una diffusione del prodotto così limitata e frammentata tra tante piccole enoteche di quartiere, soprattutto se pensiamo che si tratta di un prodotto ormai più che famoso … praticamente il vino italiano più conosciuto al mondo.
Un vino che ormai viene anche rivisitato all’estero nelle maniere più improprie, come recentemente a Londra, dove troviamo un “prosecco” che viene direttamente “spillato”, manco fosse birra e servito al modico prezzo di 5 sterline a bicchiere … peccato che in teoria nessun Prosecco possa venir commercializzato al di fuori della bottiglia.
Leggere per credere quanto riportato qui e twittato dal Daily Mail.
Dopo il prosecco alla spina è ancora più facile che anche qui il prosecco venga relegato a vino da fast food e da salatini, sicuramente di gran moda ma buono solo per buttare giù degli stuzzichini prima di andare a cena e bere qualcosa di serio.
Il Prosecco: Abbinamenti Cibo Vino
In termini di abbinamento cibo vino il Prosecco ha davvero molte potenzialità ... alcuni Prosecchi di qualità possono essere degni compagni di un’intera cena, basta pensare a cosa mettere a tavola.
La maggior parte dei Prosecchi sono Extra Dry (con un residuo zuccherino compreso tra i 12 e i 17 gr/l): questo vuol dire che siamo di fronte a degli spumanti secchi ma non troppo, più morbidi rispetto alle versioni Brut.
Piuttosto frequenti sono inoltre i Prosecchi Dry (con un residuo zuccherino compreso tra i 17 e i 32 gr/l) che offrono una percezione di morbidezza ancora maggiore.
Tale maggiore morbidezza può essere facilmente sfruttata, in abbinamento alla fantastica aromaticità del Prosecco, per degli abbinamenti “esotici”.
Alcuni Prosecchi Extra Dry e Dry si abbinano bene con il riso al curry, con gli spaghetti saltati con verdure e gamberi, guarniti con un pochino di soia, con il pad thai (senza eccedere con il piccante!), con i gyoza di verdure e quel sushi fusion che oggi va tanto.
Se, invece, si preferisce rimanere in territorio nazionale, i Prosecchi Extra Dry e Dry fanno bella figura anche con le cozze gratinate, con il fritto di alici, con i crudi di pesce guarniti con agrumi e spezie, dove riescono a non acuire la già spiccata sapidità e freschezza degli ingredienti di queste pietanze.
Trovo invece che i Prosecchi Brut si abbinino meglio con i crostacei in generale, sia negli antipasti sia nei primi piatti, e con i pesci magri al cartoccio, come l’orata e il branzino: tutti ingredienti e piatti dalla spiccata tendenza dolce che vengono esaltati nella loro genuinità dalla freschezza intensa e dalla mineralità delle versioni Brut.
Il Prosecco Superiore di Cartizze, spesso presentato in versione dry, con la sua più importante struttura e intensità aromatica, potenzialmente si sposa bene con i ravioli ripieni agli scampi e con pietanze pregiate come l’astice alla catalana: pietanze che vengono esaltate, senza mai essere nascoste nella loro tipicità gustativa, dai profumi e dalla freschezza di questa tipologia di Prosecco.
C’è anche chi suggerisce un possibile abbinamento tra un buon Cartizze Dry e le pregiate ostriche d’Isigny … ma devo ancora sperimentare 😉
Il Prosecco a tutto pasto: un Esempio
Il Prosecco a tutto pasto? Certo! Perchè no?!
L’ultima cena di capodanno ho fatto proprio così: ovviamente ho scelto un Prosecco di qualità, non solo quel prosecco standard frizzante e leggermente alcolico che si può comprare al supermercato, ma un Prosecco profumato e con una buona sapidità e persistenza … un vero Prosecco.
Questo vero Prosecco del capodanno ci è giunto direttamente da Valdobbiadene previa ordinazione: un prosecco già provato e che mi aveva colpito durante delle vacanze estive in quella magica zona.
Sto parlando del Prosecco Millesimato Dry dell’Azienda Alessandro Bortolin, a Santo Stefano in Valdobbiadene, nei pressi della celebre “locanda senza l’oste”.
Con questo Prosecco millesimato, prodotto solo nelle annate migliori, con uve selezionate, non troviamo nessun colore triste e smorto nel bicchiere: si tratta di un prosecco con un bellissimo colore giallo paglierino con riflessi dorati e un perlage veramente persistente e molto fitto.
Un Prosecco con forti sentori di pera e mele golden, con un delicato profumo di fiori di campo e una lieve nota agrumata, con una buona sapidità e un’acidità netta ma comunque ben integrata nella struttura del prodotto … verrebbe quasi di parlare di un prosecco “morbido”, ma ricordiamo che stiamo sempre parlando di un dry.
Questo Prosecco è sicuramente molto versatile e si è sposato splendidamente con delle tartine di carpaccio di spada e polpo su letto di rughetta e con dei canapè di salmone affumicato, rughetta e chicchi di melograno.
Ancora migliore l’abbinamento del prodotto con un’insalata di gamberetti, polpo e patate.
Infine l’abbiamo provato anche su una pasta alle vongole e pesto di rucola: la quasi “morbidezza” del prodotto ha accompagnato discretamente anche questa pietanza, decisamente più strutturata delle precedenti.
Pensare che all’inizio volevo usarlo unicamente per l’antipasto … perché rischiare di aprire troppe bottiglie diverse quando se ne può sfruttare al meglio una sola?
Ho voluto sperimentare e anche se l’abbinamento non è stato sempre perfetto è stata un’ottima occasione per valorizzare ancora di più un prodotto che finora avevo utilizzato unicamente per l’aperitivo.
Il Prosecco millesimato Dry di Alessandro Bortolin è un prodotto che potenzialmente si sposa bene con i crudi di mare, con il sushi classico e fusion, ma anche con delle fritture di verdure e pesce.
Sicuramente quello provato è un prosecco di qualità … e di certo non è il solo in quel territorio.
Il Prosecco potrà essere anche un vino semplice, ma nella sua semplicità va scoperto bene.
P.S. Per chi desiderasse partire alla scoperta dei luoghi del Prosecco, sul sito prosecco.it c’è una bellissima mappa di riferimento in pdf da usare per pianificare il viaggio!
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