Quella con il “Fiore di Gaia” 2013 dell’azienda veneta Borin, nel territorio dei Colli Euganei, è stata la mia prima prova con un moscato giallo in purezza, secco non spumantizzato.

Si tratta di un vino un po’ difficile da abbinare: è sicuramente molto profumato, con forti sentori floreali di ginestra e margherita.
All’assaggio è equilibrato, di medio corpo, con una buona persistenza e un finale ammandorlato.

La sua intensità lo rende adatto ad accompagnare primi piatti particolarmente saporiti e speziati a base di verdure.

Avendolo già assaggiato ad un banco degustazione a Eataly, l’ho voluto provare con una pasta al pesto senz’aglio, leggermente più speziata e aromatica, con l’aggiunta di un cucchiaino di cumino e uno di maggiorana.

L’abbinamento così realizzato si è rivelato piacevole e in nessun modo i profumi e i sapori del vino hanno coperto quelli della pietanza e vice versa.

Un vino quindi che può andare bene per primi piatti abbastanza strutturati a base di verdure (per un semplice aperitivo sarebbe un po’ troppo pesante, sia come struttura, sia come tenore alcolico), oppure anche per secondi di carne bianca, ad esempio un pollo al curry e latte di cocco come quello qui proposto, oppure a dei secondi di pesce in stile thai come ad esempio dei gamberi satay come quelli della ricetta qui presentata.

Un bianco che sicuramente non passa inosservato.

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