Dal momento che Venerdì scorso ha aperto le porte a Montalcino la rassegna Benvenuto Brunello 2015, dedicata alla presentazione dell’annata 2010 (e della riserva 2009) di questo meraviglioso prodotto, ho deciso di festeggiare a modo mio aprendo una bottiglia che finora avevo tenuto da conto.
In fondo mi sembrava giusto sacrificare un Brunello Riserva della Fattoria dei Barbi, vintage 2004, sull’altare di quella che, già a detta degli esperti del settore, sembra essere un’annata strepitosa per lo sommo vino Montalciniano.
Anche se avrei potuto accontentarmi di assaggiare questa riserva 2004 da sola, ho deciso di accompagnarla a qualcosa di assolutamente sostanzioso e appetitoso: uno spezzatino di cinghiale su vellutata ai funghi.
Avevo già avuto il piacere di assaggiare il Brunello Riserva 2004 della Fattoria dei Barbi direttamente presso l’azienda, ormai quasi due anni fa!
I ricordi del vino, nel tempo trascorso dall’assaggio alla sera di Sabato 20, non si erano però già sbiaditi nella mia memoria: lo ricordavo sicuramente come un vino dai toni di sottobosco con note decisamente speziate e tostate, sicuramente tannico, di grande struttura e impatto gustativo.
Se alcune delle percezioni del primo assaggio sono rimaste uguali, altre invece sono mutate in questo secondo (e ben più ampio) assaggio.
Stavolta tra i sentori si percepiva di più la ciliegia in confettura e gli aromi di sottobosco mi sono sembrati più evidenti. Insieme ai chiari sentori di liquirizia e caffè sono emersi anche degli aromi di cuoio e di china, quasi ferrosi, percepibili anche all’assaggio.
Quello che mi ha stupito di più è stata però la morbidezza del Brunello … una morbidezza che sicuramente non era una caratteristica del vino che mi aveva colpito nell’estate del 2013: il vino provato all’azienda aveva dei tannini molto più graffianti … comunque piacevoli ma certo percepibilissimi.
Questi tannini nel tempo trascorso dal primo assaggio si sono decisamente ammorbiditi e l’astringenza che ho percepito in questo nuovo assaggio è stata sicuramente minore: i tannini non sono di certo spariti ma si sono evoluti, mitigandosi.
Un’altra nota positiva che mi ha colpito e che indica perfettamente la grande potenzialità di maturazione di questo Brunello, è ancora la buona acidità che ha fatto sembrare questa riserva d’annata ancora fresca e giovane!
Magari avrei potuto aspettare ancora un po’ ad assaggiarlo, ma di certo non è stato un peccato provarlo a cena.
Nell’abbinamento con il cibo posso dire che questo Brunello si sposa molto bene con la carne di cinghiale, stufata e brasata, anche arricchita con erbe e spezie. Un elemento che però ha contribuito a migliorare nettamente l’abbinamento sono stati i funghi: il loro caratteristico aroma e la loro spiccata tendenza dolce hanno senz’altro reso l’abbinamento più armonico, mitigando le durezze sia del cibo sia del vino e esaltando l’aroma boschivo di entrambi (p.s. se il concetto delle “durezze” del vino suona del tutto alieno, leggete qui).
Un Brunello sicuramente più impegnativo rispetto al Vigna del Fiore, sempre della Fattoria dei Barbi, che ho già “testato” e recensito qui, ma che si beve davvero con piacere.
Complice anche la perfetta mimetizzazione della componente alcolica questo vino è terminato con il finire della pietanza e, quando questo accade, allora il vino e l’abbinamento sono proprio una meraviglia.
Un vino da riprovare, magari anche in annata 2009 😉
… e Benvenuto Brunello!