Uno degli aspetti migliori di queste vacanze langarole, ahimè ormai finite, è stata la possibilità di conoscere aziende vitivinicole e prodotti nuovi, difficilmente reperibili a Roma e che, almeno in questo Vinitaly, ancora non avevo avuto modo di provare.
In realtà, già durante la progettazione della vacanza, avevo puntato l’azienda Josetta Saffirio, per la particolarità dei prodotti offerti, il suo spirito rivolto a un futuro consapevole della produzione vitivinicola e la relativamente giovane età della produzione, seppur consolidata nel territorio da decenni.
Un’azienda giovane e antica allo stesso tempo che presenta prodotti in grado di rispecchiare proprio questa specifica volontà, insieme ai profumi e ai sapori del suo “speciale” territorio.
Le origini dell’attività vitivinicola risalgono al nonno di Josetta Saffirio che acquista proprio alcuni di quei terreni particolarmente vocati nel territorio della località Castelletto, nel comune di Monforte d’Alba.
E’ stata poi la nipote, che dà il nome all’azienda, su esempio del padre Ernesto, a interessarsi sempre più alla pratiche di viticoltura e a dare l’avvio a una propria produzione di vini del territorio, insieme al marito che ancora oggi è enologo dell’azienda.
Una passione, quella di Josetta Saffirio, che unisce l’amore per la terra a un chiaro temperamento artistico che ha dato vita alle etichette caratteristiche dell’azienda, con quegli gnomi che, negli anni passati, il padre di Josetta raccontava popolassero la valle.
Con il passare del tempo, dopo un periodo di pausa, l’azienda si rinnova e con la figlia di Josetta, Sara Vezza, si comincia a puntare verso una produzione nuova, sempre mirata alla qualità ma con una rinnovata e maggiore attenzione all’ambiente: una ricerca di ecosostenibilità che di certo non rischia di minare la qualità delle uve e il sapore dei loro vini.
Spesso si parla di vitivinicoltura biologica tenendo conto di tutte le pratiche da seguire in vigna e in fase di produzione ma non si considerano tutte le risorse, le energie e i materiali che tali attività richiedono e il loro impatto sul territorio.
In questa azienda l’attenzione al futuro e all’ambiente è globale e non riguarda solo le uve e il vino ma anche tutti gli elementi accessori: dalle modalità di smaltimento dei rifiuti, al carburante usato dalle macchine agricole, alla dimensione dei tappi di sughero, alla provenienza e spessore delle bottiglie di vetro, fino alla cantina stessa, progettata per integrarsi perfettamente nell’ambiente e essere energeticamente autonoma.
Inoltre il territorio si rispetta anche sul piano umano: in fondo chi meglio di chi conosce il territorio e lavora in loco è in grado di contribuire a una produzione di qualità nel rispetto dell’area? Ecco quindi che l’azienda si avvale della collaborazione di professionisti locali, senza andare a ricercare personale esterno che ben poco conosce la realtà delle Langhe e che di certo non può facilitare le operazioni di comunicazione e trasporto, con tutte i consumi e l’impatto ambientale che da queste derivano.
I Vini di Josetta Saffirio
In questo quadro produttivo pienamente ecosostenibile prendono vita quattro ottimi prodotti che ho avuto modo di assaggiare durante la mia visita: il Nebbiolo in versione rosé, il Langhe Bianco, il Langhe rosso, la Barbera d’Alba e il Barolo.
Nel Brut rosè veramente piacevoli e interessanti sono l’intensità e il gusto corposo che l’uva Nebbiolo riesce a dare a questo metodo classico: uno spumante sicuramente da non relegare all’aperitivo ma da degustare a tutto pasto magari con dei calamari in guazzetto.
Il Langhe bianco è a base di uve Rossese, autoctone della zona ma poco utilizzate: è un bianco veramente sorprendente, dal gusto insolito e con uno spessore e rotondità che in genere ci si aspetta da dei vini rossi.
Avendomi così colpita, una volta a casa, l’ho provato con risultati davvero interessanti in termini di abbinamento … qui potete leggere i risultati dell’”esperimento”!
Il Langhe rosso riflette pienamente la forza delle uve Nebbiolo accompagnate qui da una freschezza e una morbidezza inaspettata che lo rendono un vino utilizzabile tranquillamente anche per dei piatti semplici, sempre a base di carne, come ad esempio, un pollo alla cacciatora o degli straccetti alla romana.
Anche nel caso della produzione di Josetta Saffirio, scordate quella Barbera leggera, fresca da abbinare a piatti di salumi e formaggi: la Barbera che ho avuto modo di degustare è sicuramente dotata di una buona freschezza, ma si mostra soprattutto come un vino rosso morbido, corposo e saporito, sicuramente perfetto per piatti di carne cotti alla griglia, con salse leggere e magari con una bella toma di pecora in accompagnamento .
Infine il Barolo! Quello di Josetta Saffirio è un Barolo di grande intensità gustativa ma dotato anche di quella delicatezza dei sapori e di quella morbidezza che lo rendono adatto anche a una cucina non troppo impegnativa.
Un Barolo che con la sua struttura e il suo tannino ben integrato può sposarsi perfettamente anche con un ottimo filetto di manzo alle prugne, ma devo ancora sperimentare e scriverne in dettaglio, perché è sicuramente un abbinamento che merita.
Quella all’azienda Josetta Saffirio è stata una visita non solo istruttiva per quanto riguarda la degustazione e l’approfondimento delle pratiche vitivinicole ma interessante anche per vedere quanto oggi sempre più si tenda a valorizzare, a preservare e ad amare veramente il territorio, ricercando allo stesso tempo una produzione sempre di maggiore qualità.
Un rispetto che non è affatto indice di prodotti poco curati e controllati ma è indice di una scelta in grado di dare degli ottimi frutti, dall’ottimo rapporto qualità prezzo e tutti da degustare, come ho fatto durante la visita e come farò nei prossimi giorni.