La visita alla Fattoria “Casetto dei Mandorli”, a Predappio Alta e la compagnia di Alessandro Nicolucci sono un’esperienza che suggerisco molto caldamente: troverete oltre agli ottimi vini, la tipica ospitalità e cortesia romagnola.
Siamo in una delle zone migliori del Sangiovese di Romagna, dove addirittura sono stati ritrovati statuti comunali, risalenti al 1300, che definivamo le modalità di raccolta, i limiti territoriali e le tecniche di potatura. Dieci ettari di terreno, dove oltre il 90% sono di Sangiovese, mentre nel 10% rimanente troviamo Refosco dal Peduncolo Rosso e un po’ di Merlot.
Terreni ottimamente drenanti, argilloso-calcarei, con venature di zolfo (ci sono ancora le miniere di zolfo, usate oggi per la stagionature del formaggio di grotta, non quello di fossa, per cui dobbiamo spostarci fino a Sogliano).
I vigneti si trovano tra i 300 e i 400 metri, con esposizione sud/sud-est, e riparati dal vento freddo del nord dall’orografia naturale.
E’ zona di sangiovesi importanti, usati addirittura come tagli talvolta: ottima acidità, tannini vivaci, che sono poi tutti aspetti che ci assicurano sulle fortunate evoluzioni e durate di questi vini.
I Mandorli, Tre Rocche e il famoso Predappio di Predappio, cru proveniente dalla “Vigna del Generale”, sono tutti Sangiovese in purezza, mentre l’altro rosso Nero di Predappio è un uvaggio di Sangiovese grosso e Refosco dal peduncolo rosso (e’ stato verificato che questo Refosco è un clone del Terrano, vitigno tipico del Carso).
Tecnica di allevamento a cordone speronato, con distanza tra le piante di circa 80 cm, di circa 2 metri tra I filari e resa contenuta entro i 2 Kg per pianta. I Mandorli e le Tre Rocche usano Sangiovese grosso (clone R24), fanno un affinamento in botte grande 10/40 hl, secondo tempi e modalità diverse, quindi riposano in bottiglia. Entrambi sono Sangiovese di Romagna Superiore; o anzi come il recente cambiamento di disciplinare prevede: Romagna, Sangiovese Superiore.
Il Predappio di Predappio, Sangiovese di Romagna Riserva, impiega Sangiovese piccolo (tipico di Predappio Alta), caratterizzato da acini allungati, grappolo spargolo che sgronda bene l’acqua, limitando la possibilità di muffe e altri possibili deterioramenti sanitari. Fermentazione con lieviti autoctoni o selezionati, in funzione delle annate e dell’evoluzione climatica; macerazione sulle bucce intorno ai 6/7 gg per i Mandorli, 10/12 gg per le Tre Rocche e intorno ai 20gg per il Predappio di Predappio. Vendemmia che avviene tra l’ultima settimana di settembre e l’ultima di ottobre, e che permette un totale di circa 70.000 bottiglie.
Per finire una nota sull’arcinota “Vigna del Cavaliere”, il cru da cui proveniente la Riserva Predappio di Predappio e il cui nome deriva dal fatto che il proprietario fosse un generale dell’esercito che la vendette al nonno dell’attuale proprietario, Amedeo, che al tempo era mezzadro.
E’ la vigna con l’esposizione migliore, acquistata oltre 90 anni fa e rinnovata oggi completamente, sempre con lo stesso clone originario e con un’età media di circa 15 anni. Estensione 3 ha. Oltre al Sangiovese in purezza troviamo anche il Nero di Predappio, uvaggio di 90% Sangiovese e 10% di Refosco e un vino passito, Passolo, che nasce da una selezione di uve Trebbiano dalla fiamma e di Albana, le cui uve vengono lasciate ad appassire in graticci per due mesi, per essere poi fermentate ed affinate in caratelli di legno.