Appena passata la Valle Peligna, lasciando Sulmona sulla destra e attraversando le affascinanti gole di Popoli, dopo aver costeggiato per qualche chilometro il fiume Pescara (il più lungo d’Abruzzo), si arriva nel paese di Popoli.

Si comincia a salire e, dopo circa tre chilometri, si incontra un altopiano, a circa 450 metri, dove ci sono i vigneti e la cantina Valle Reale.

Il paesaggio è bellissimo e le vigne, o meglio i cru più famosi, accolgono con fierezza il visitatore, ognuna di esse descrivendosi e presentandosi con dei cartelli che ne raccontano la storia e le caratteristiche.

L’azienda Valle Reale nasce per opera di un giovane veronese, Leonardo Pizzolo, che si appassiona di questo territorio, rileva le vigne esistenti a Popoli, quali ad esempio il cru san Calisto e, successivamente, si estende anche a Capestrano e Ofena.

I vitigni utilizzati sono quelli più vocati nella zona: trebbiano e Montepulciano d’Abruzzo.

Valle Reale ha una particolarità molto importante: su circa 480 produttori abruzzesi presenti a ridosso della costa, solo 5 sono in montagna … e loro sono tra questi. I vigneti più alti si trovano a 500 metri, in una regione che già da novembre può diventare estremamente fredda e presentare fenomeni nevosi.

Dal 2007 Valle Reale ha deciso di lavorare solo con lieviti indigeni, con tutti i rischi ma anche i grandi vantaggi che la decisione comporta.
Chiaramente in questo modo il carattere del territorio, della singola particella la ritroviamo legata a doppio filo nel vino stesso; ogni anno leggermente diverso, ma sempre specchio del cru da dove proviene.
Da notare che per innescare propriamente la fermentazione viene fatto un pied de cuvèe.

I vigneti si estendono complessivamente per 25 ha a Popoli e altrettanti tra Capestrano e Ofena. I terreni sono sassosi, asciutti e magri; ciò unito alla grande escursione termica garantisce una maturazione ottimale e un ampissimo ventaglio di profumi.

Valle Reale ha diverse line di produzione, incentrate ovviamente su Montepulciano, cerasuolo e trebbiano. Si parte dalla linea di ingresso: Valle Reale, appunto nelle tre versioni citate.

Poi ci sono i cru: San Calisto, Montepulciano, vino pluripremiato e identificato come nono tra i primi cento vini italiani; Vigneto di Popoli, Montepulciano e trebbiano; Vigneto Sant’Eusanio, un Montepulciano e due rosati (i cosiddetti “gemelli”) e Vigna di Capestrano, trebbiano.

Una particolarità interessante è da sottolineare a proposito dei due rosati, quelli amichevolmente chiamati in azienda i “gemelli”: entrambi i vini provengono dallo stesso vigneto, ma in un caso le uve sono raccolte di notte, alle quattro di mattina, mentre per l’altro le uve vengono raccolte alle dieci di mattina.

Il primo è detto “notte” e ha l’etichetta nera, l’altro è detto ”giorno” e ha l’etichetta bianca. Non ci crederete ma sono piuttosto diversi tra loro, a partire dal colore stesso.

La vendemmia a queste altitudini inizia verso fine agosto ma si può prolungare fino a inizio novembre. Qui di notte fa freddo, ma durante il giorno il sole riscalda molto e favorisce la maturazione, inoltre i terreni sassosi offrono un ulteriore fonte di calore per i vigneti.
Da notare che nelle altre zone la vendemmia si completa al massimo a ottobre.

 

I Vini di Valle Reale

Il primo vino è il Vigneto di Popoli, Trebbiano d’Abruzzo DOC, 2012. Ha un bel colore paglierino, vivacissimo e cristallino. Già questo tradisce la sua acidità di cui presto avremo conferma all’assaggio.

Non è un caso che vigna di Popoli produca il “trebbiano del freddo”. I profumi sono elegantissimi, un perfetto arcobaleno di fiori bianchi, lavanda e poi agrumi e melone giallo, mineralità delicata con una nota salina di grande raffinatezza.
Al palato si sente subito la bella freschezza, perfettamente bilanciata a renderlo un vino decisamente equilibrato.

Continuiamo con il Vigneto di Sant’Eusanio, Montepulciano d’Abruzzo DOC (Cerasuolo), 2014 (versione giorno).
Bel colore rosa cerasuolo, che ricorda il corallo. Molto vivace e accattivante.

Profumi di frutta rossa, lampone e ciliegia in primissima battuta, e una mineralità particolarissima che ricorda gli idrocarburi. Bilanciato e persistente.

E terminiamo con il gioiello di famiglia, il San Calisto, Montepulciano d’Abruzzo DOC, (Rosso) 2011. Un grande rosso di uno stupendo rosso rubino profondo e impenetrabile, profumi eleganti che spaziano dalla viola ai frutti neri, il mirtillo, la mora di gelso, e poi le note balsamiche, speziate e minerali.

Al gusto è avvolgente, morbido, con un perfetto bilanciamento tra tannicità e alcol. Lunghissima persistenza.

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