Il nome Lungarotti è indissolubilmente legato alla città di Torgiano, in provincia di Perugia, nota per la DOCG Torgiano Rosso Riserva. Tuttavia abbiamo visitato la nuova location aziendale, quella di Montefalco, per un motivo molto semplice: questa sede sarà energeticamente autonoma dal 2016.

La sede di Montefalco di Lungarotti pratica agricoltura biologica e si concentra sui vitigni a bacca rossa, primo fa tutti il sagrantino, seguito dal sangiovese.

Cantine Giorgio Lungarotti
Cantine Giorgio Lungarotti

A Montefalco la famiglia Lungarotti possiede circa 20 ha, acquistati nel 2000, con una produzione che si attesta sulle 60.000 bottiglie annue, mentre nella sede storica hanno circa 230 ha in grado di produrre 2.500.000 bottiglie all’anno.

Qui la produzione è incentrata sul Rosso di Montefalco DOC (60-70% sangiovese, 10-15% sagrantino, per la rimanente parte altri vitigni a bacca rossa non aromatici, racc. e/o aut. per la provincia di Perugia); sul Montefalco Sagrantino, sia secco che passito. Vale la pena ricordare che la zona di produzione della DOCG comprende i terreni vocati alla qualità dell’intero territorio del Comune di Montefalco e parte del territorio dei Comuni di Bevagna, Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria e Gualdo Cattaneo.

Giorgio Lungarotti fonda la sua cantina a Torgiano nel 1960, e la guida fino al 1999 quando viene a mancare. Da allora l’azienda è retta dalla moglie Maria Grazia e dalle figlie Chiara e Teresa.

Lungarotti è famoso per essere stato capace di far conoscere al mondo il vino umbro, sdoganandolo dai soli confini nazionali, e forse addirittura regionali. Hanno lanciato il museo del vino, una raccolta privata di livello mondiale inerente la civiltà della vite e del vino. Il museo, attraverso collezioni archeologiche, storiche e tecniche esposte nei suoi venti ambienti, guida il visitatore attraverso 5000 anni di storia del vino.

Oltre al museo, molto importante è la Fondazione Lungarotti nata al fine di valorizzare, tramite attività culturali come mostre, convegni e pubblicazioni, l’economia agricola italiana e la millenaria cultura del vino e dell’olio.

Alla luce dell’ampia gamma di prodotti dell’Azienda, dobbiamo iniziare a focalizzarci, e la scelta non può che cadere su ‘Rubescò, il loro biglietto da visita e primo vino prodotto. Il nome deriva da “rubescere”, dal latino arrossarsi, poichè è quello che avveniva dopo il primo bicchiere.

Rubesco è disponibile in due versioni, quella base Rosso di Torgiano DOC (sangiovese 90% con un saldo di colorino) e il Torgiano Rosso Riserva DOCG del vigneto di Monticchio (sangiovese 80% e canaiolo). Vigna Monticchio è il cru a circa 300 metri, nei pressi di Torgiano, in località Brufa. Lungarotti possiede circa 12 ha, tutti dedicati al Rubesco Riserva, rigorosamente raccolti a mano. L’etichetta del Rubesco riproduce un particolare di un bassorilievo della fontana maggiore di Perugia.

Entrando nell’area dedicata alla vinificazione, la prima cosa che colpisce è l’appassimento del sagrantino; pratica che si completerà verso dicembre o gennaio. Dopo un pò di tempo passato a spiluccare, contendendoci gli acini con qualche simpatica ape, passiamo alla zona dove ci sono i fermentatori. Complessivamente fermentazione e macerazione sulle bucce dura all’incirca quattro settimane.

Passiamo poi alla barricaia, locale da cui nel comune di Montefalco credo non si possa prescindere. Nel legno piccolo affina il sagrantino, mentre un passaggio nelle botte grandi è per i vini da cui nasce il Montefalco rosso.
Ma torniamo un attimo a parlare della eco-sostenibilità dell’azienda. Da marzo ad aprile viene effettuata la potatura e con i sarmenti viene prodotta elettricità. Ad oggi sono autonomi al 70%, ma dal prossimo anno lo saranno completamente.


 

Degustando i Vini delle Cantine Giorgio Lungarotti

Ora passiamo alla degustazione dei vini dell’azienda Lungarotti.

 

Rubesco 2011 (Torgiano Rosso DOC)

È un vino di un bel rubino vivace, che affina un anno in botte grande e altrettanto in bottiglia.

All’olfatto regalo note fruttate di ciliegia e speziature di pepe e tabacco. Buon equilibrio gustativo, e piacevole bevibilità.

 

Il Montefalco Rosso 2012 (Montefalco Rosso DOC)

Da notare che nelle bottiglie di Montefalco Rosso, Sagrantino e Sagrantino Passito è presente il falco, simbolo della città di Montefalco, derivante dalla tradizione di caccia con il falcone praticata da Federico II di Svevia. Questo vino è un blend di Sangiovese 60%, Merlot 25% e Sagrantino 15%.

Nel bicchiere si presenta di un rubino luminoso. Affina un anno in barrique e sei mesi in bottiglia. Il naso spazia dai toni fruttati di frutta scura alle note balsamiche e le speziature. L’anima del merlot e del sagrantino si bilanciano mutualmente e rendono il sorso piacevole, di buon corpo ma con tannini eleganti e non preponderanti.

 

Il Rubesco Riserva 2008 (Torgiano Rosso Riserva DOCG)

Questo vino si presenta di un bel rosso rubino con screziature tendenti al granato, particolarmente lucenti. Affina un anno in barrique e diversi anni in bottiglia.

La cosa che impressiona di più è il ventaglio olfattivo, di estrema complessità: dalle note fruttate di marmellata alla viola, per poi passare alle spezie dolci, al cioccolato e le note balsamiche. In bocca conferma le promesse fatte all’olfatto.
Grande corpo, tannino morbido e gentile, con una chiusura di grande lunghezza.

 

Montefalco Sagrantino 2009 (Montefalco Sagrantino DOCG)

Maturazione in barrique per 12 mesi e ulteriori 18 mesi in bottiglia. Il colore è ancora rubino vivo, addirittura con qualche lampo porpora.

Il profumo è complesso di frutti rossi, marasca, ribes, e note di tabacco da pipa e cacao. È un vino robusto nel corpo, con un tannino di grande spessore ma ben armonizzato nell’insieme. Il finale è lungo e persistente.

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